Diaz, i poliziotti “non possono parlare”. Il regista Vicari: “Divieto puerile”

Pubblicato il 22 Giugno 2012 - 09:31 OLTRE 6 MESI FA

La presentazione del film Diaz (Lapresse)

BOLOGNA – I poliziotti  non possono parlare “in relazione a pellicole cinematografiche che affrontano la ricostruzione di eventi relativi ad attività di polizia”. Il divieto arriva con una circolare del ministero degli Interni uscita il 15 marzo scorso, nell’imminenza della sentenza di Cassazione sulla sanguinosa irruzione della polizia alla scuola Diaz, durante il G8 a Genova, più volte slittata fino al prossimo 5 luglio. Così l’incontro promosso a Bologna dall’associazione “Solidarietà vittime dell’illegalità”, nata ai tempi della Uno bianca, e di cui fanno parte molti poliziotti del Siulp,  con il regista Daniele Vicari per parlare proprio del film che ha fatto scattare la sordina nelle questure, si è trasformato in un’occasione perduta di dialogo.

A stringere il bavaglio ci si è messo anche il segretario nazionale  Siulp, Felice Romano, che in una nota del 20 giugno, avverte: “L’iniziativa dell’ “Associazione vittime dell’illegalità” di commentare con alcuni poliziotti il film “Diaz” insieme al regista Daniele Vicari non è riconducibile in alcun modo al Siulp che, anzi, ne sottolinea l’assoluta inopportunità”. E aggiunge che è un’iniziativa “francamente discutibile per la tempistica”. Daniele Vicari solidarizza con i poliziotti messi a tacere e parla di “un divieto puerile, un misto di debolezza e convenienza”.

Ma al centro Croce Coperta a Bologna, alcune decine di poliziotti si sono presentati. In silenzio, senza salire sul palco. Li ha ringraziati al microfono Luigi Notari del Siulp bolognese, che ha apertamente sfidato il suo stesso segretario nazionale. Sul quotidiano la Repubblica sono raccolti alcuni virgolettati dei poliziotti tacitati, che si sfogano in platea, come Massimo Cirino che si chiede: “Perché questa circolare? Lo sappiamo già che serve l’autorizzazione per partecipare a un dibattito, perché ricordarlo proprio adesso? A me quelle quattro righe inutili sono sembrate un avvertimento”.

Altri vorrebbero spiegare che “quando ti convocano per un’adunata alle quattro del mattino e ti ordinano di fare irruzione, non ti dicono se ti troverai di fronte dei pericolosi terroristi o dei ragazzini”. E che: “La gestione della sicurezza quella notte a Genova è stata un grande errore di valutazione”. Per questo dal palco, il magistato Mancuso ci tiene a ricordare che gli imputati eccellenti per i fatti di Genova “sono stati promossi, premiati per il massacro”.

Il 5 luglio si attende la sentenza della Corte di Cassazione sui 25 agenti, già condannati in secondo grado, ritenuti responsabili dei pestaggi e delle violenze avvenute durante l’irruzione alla scuola Diaz nel 2001