“Servono facchini alla Difesa”: 5,5 mln di euro a Marina ed Aeronautica

Pubblicato il 16 Gennaio 2012 - 14:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La Difesa ha bisogno di manovali qualificati, che costeranno allo Stato 3,5 milioni di euro per l’Aeronautica ed 1 milione di euro per la Marina e per gli uffici di Roma. Un lavoro di facchinaggio, con spostamento di scatole e riorganizzazione dei magazzini. Una carenza di manodopera iniziata col termine del servizio di leva obbligatorio. La stima di questi costi arriva con la caccia allo spreco annunciata dal ministro della Difesa Giampiero Di Paola, dove però è partita la delibera per la spesa di 5,5 milioni di euro, al netto dell’Iva, per tali lavori.

L’appalto della V divisione della Direzione generali di commissariato e servizi generali della difesa recita: “Pur constando in un’attività tipicamente manuale e accessoria occorre evidenziarne la specificità sotto il profilo della logistica militare. Particolar riguardo assume il servizio di manovalanza come attività da compiersi nei vari siti di stoccaggio dove necessitano di manovali qualificati e affidabili. In tale ottica, anche le mere movimentazioni interne ai sedimi militari e non connesso ai trasporti assumono una loro peculiarità”.

La V Divisione ha spiegato la necessità di manovali qualificati: “Può richiedersi alla ditta l’utilizzo di attrezzature di sua proprietà/disponibilità come carrelli elevatori, bravette, scale, materiali per montaggio e smontaggio mobili e pareti attrezzate, attrezzature per la movimentazione di casseforti, eventuale fornitura di materiali da imballaggio (casse, scatoloni, pluriball, nastri e carta da imballaggio)”.

Il milione di euro destinato alla Marina sarà diviso tra i 16 mila euro per i magazzini di Ancona e Venezia, i 320 mila euro destinati a La Spezia ed i 493 mila euro di Taranto e Napoli. Una spesa di 280 mila euro invece per l’Aeronautica di Roma, una sola delle voci dell’Aeronautica che spenderà per tali attività 3,5 milioni di euro. L’ultimo milione di euro dei 5,5 milioni sarà destinato agli uffici di Roma. L’Esercito invece non ha fatto richieste di facchinaggio per i suoi magazzini.