Discoteche, do you remember Billionaire 2020 (e i suoi fratelli)?

Discoteche fremono: fateci aprire entro il 4 luglio! Discoteche argomentano: siamo gli unici a restare chiusi. Discoteche documentano: si balla e ci si ammassa pure nelle piazze, ogni notte di ogni fine settimana! Discoteche mostrano: ecco i piani e i protocolli per riaprire le discoteche!

Discoteche elencano: entrano solo i vaccinati o guariti o “tamponati”, sanificazione continua di locali, divani, bicchieri, banconi…Discoteche annunciano: se non il 4 luglio mai più, se non il 4 luglio aperti di legge o chiudiamo per sempre o facciamo aperture ribelli.

Promesse da discoteche?

Quelle delle discoteche che fortissimamente vogliono riaprire (e riapriranno) sono garanzie offerte all’utenza e alla collettività o promesse da…discoteca? Chi osserva come difficilmente e di mala voglia le discoteche organizzeranno stringenti controlli per l’osservanza dei protocolli da loro stesse redatte è uno che tiene conto della realtà o un sabotatore per principio e vocazione del divertimento altrui e della rispettabile industria del divertimento?

Memento Billionaire

Arriva notizia che Procura Tempio Pausania conclude indagini su estate 2020 in discoteca Costa Smeralda, ipotesi di reato formulata: epidemia colposa. Billionaire e i suoi fratelli, Phil Beach e Country Club. Colposa, nel caso, in che senso?

Nel senso e nel ricordo di come lo scorso anno, la scorsa estate nelle discoteche, con manifesto orgoglio, non si rompeva le scatole a nessun con controlli e precauzioni. Estate 2020, discoteche Costa Smeralda si auto dichiaravano zone esenti da ossessione Covid e balli e brindisi alla morte dell’epidemia e pernacchie a chi ci credeva davvero fosse epidemia…

E soprattutto niente o quasi controlli a disturbar clienti. Ma l’estate 2020 delle discoteche chi se la ricorda davvero, chi davvero vuole ricordarla? C’è grande impegno collettivo a comportarsi nell’estate 2021 esattamente come nella scorsa estate, le discoteche rivendicano il diritto a partecipare. Diritto indiscutibile in juna comunità che sta per festeggiare come una liberazione dall’oppressore il capriccio di buttare via la mascherina.

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