ROMA – La Corte di Cassazione ha deciso: niente più assegno di divorzio se l’ex coniuge si è rifatto una famiglia pur senza risposarsi.
La sentenza mette in movimento una valanga. Dagli alimenti alla reversibilità della pensione, oggi limitata alle coppie unite in matrimonio, il passo non è così grande.
Ma restiamo per ora all’assegno di mantenimento. Quante sono le donne in Italia che hanno preferito non sposarsi con il nuovo compagno per non perdere gli alimenti dal marito? D’ora in poi il giochetto
non servirà a nulla perché la prima sezione civile della Corte di Cassazione ha stabilito che la formazione di una nuova famiglia di fatto da parte del coniuge divorziato determina la perdita definitiva dell’assegno divorzile di cui il medesimo beneficia.
La sentenza è la n. 6855, è stata depositata il 3 aprile 2015 e è scaricabile dal sito della Corte di Cassazione. Certamente è destinata a far discutere anche per i possibili effetti per gli enti previdenziali.
La Suprema Corte ha così accolto dopo ben 10 anni il ricorso di un ex marito pugliese, annullando il precedente verdetto emesso nel 2011 dalla Corte d’appello di Lecce.
Nella motivazione si dà particolare rilievo alla costituzione di una famiglia di fatto che, anche in assenza di un nuovo matrimonio da parte dell’ex coniuge, determina così l’automatica perdita dell’assegno di divorzio.
La decisione dei supremi giudici potrebbe avere anche notevoli riflessi pensionistici perché, da un lato, aprirebbe le porte in futuro all’eventuale ottenimento della pensione di reversibilità in favore del convivente di fatto che non si è mai sposato (ciò è oggi, invece, escluso dalla legge), mentre, dall’altro, vieterebbe il vitalizio di reversibilità in favore dell’ex coniuge che abbia nel frattempo costituito una famiglia di fatto pur senza risposarsi.