Doina Matei, killer ombrello torna in carcere dopo foto Fb

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Aprile 2016 - 09:07 OLTRE 6 MESI FA
Doina Matei, killer dell'ombrello torna in carcere dopo foto Fb

Doina Matei, killer dell’ombrello torna in carcere dopo foto Fb

VENEZIA – E’ tornata in carcere, full time, Doina Matei, la romena condannata nel 2007 a 16 anni per aver ucciso Vanessa Russo, 23enne romana, ferendola a morte sulla banchina della metropolitana di Roma Termini. Il giudice di Sorveglianza di Venezia, dove è detenuta, le ha revocato la semilibertà dopo aver visto le sue foto su Facebook. Foto in cui Doina appare felice e sorridente, al mare, mentre si godeva la misura alternativa alla detenzione: fuori di giorno e dentro di notte, dalle 22 alle 6 del mattino.  A pubblicare le foto è stato il quotidiano Il Messaggero che ha scovato il profilo della romena sul social network accortamente registrato sotto pseudonimo. Eppure Doina giura: “Non sapevo di non poter usare Facebook, mi spiace molto se ho fatto del male a qualcuno…”

Era il 26 aprile 2007 quando Doina Matei, all’epoca 21enne, incrociò nel tunnel della stazione metro Termini Vanessa Russo. Avvertì una spinta e per tutta risposta brandì l’ombrello contro la ragazza romana infilandoglielo nell’occhio. La punta dell’ombrello trapassò il bulbo, raggiunse il cervello e tranciò un’arteria. Vanessa morì dopo un giorno di agonia in ospedale. Doina fu arrestata qualche giorno dopo e condannata a 16 anni di carcere per omicidio preterintenzionale. A distanza di 9 anni, la giovane romena aveva ottenuto il regime di semilibertà per buona condotta e si era pure rifatta una vita digitale.

In questi giorni stava usufruendo anche di un permesso premio che le consentivadi dormire all’esterno e stava già pensando al prossimo per la Pasqua ortodossa del primo maggio. “Questo è un brutto passo indietro per la mia assistita — ha il suo avvocato difensore Nino Marazzita — Forse dovuto all’effetto del polverone mediatico che si è sollevato sul caso dopo la pubblicazione di quelle foto. Ma la sospensione durerà giusto il tempo di discuterla davanti al tribunale di Venezia dove dimostreremo che fra i divieti non c’era quello specifico dell’uso del social network”.

Al processo Doina si è sempre difesa spiegando che non era sua intenzione uccidere. In un racconto premiato durante un concorso letterario a Firenze, intitolato La ragazza con l’ombrello, scritto a quattro mani con la giornalista Franca Leosini, si legge: “Quando tornerò nel mondo il mio primo appuntamento sarà nuovamente con la morte: la prima cosa che farò sarà andare al cimitero di Prima Porta sulla tomba di Vanessa. Lo devo, lo voglio, voglio stare vicina al mio angelo custode, a cui un destino tragico mi ha unita per sempre”.

Le sue foto su Facebook però hanno riacuito il dolore per la perdita inspiegabile di Vanessa. “Pena di morte”, invocavano i più cattivi sul web. “Esiste il diritto alla felicità anche per chi ha commesso un grave delitto – hanno sostenuto i più garantisti –  se la pena è stata regolarmente scontata”. Ma alla fine il giudice di Sorveglianza di Venezia si è convinto che Doina non meritava più la semilibertà.