Don Andrea Contin non si dimette e chiede di essere giudicato dal Vaticano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Agosto 2017 - 13:58 OLTRE 6 MESI FA
Don Andrea Contin non si dimette e chiede di essere giudicato dal Vaticano per le orge in canonica

Don Andrea Contin non si dimette e chiede di essere giudicato dal Vaticano (foto d’archivio Ansa)

PADOVA – Rifiuta di dimettersi don Andrea Contin, il parroco padovano di San Lazzaro sospeso a divinis dal vescovo dopo essere stato indagato dalla magistratura per violenza privata e sfruttamento della prostituzione. Il sacerdote, come riporta il Corriere del Veneto, ha rifiutato l’invito della Diocesi alle dimissioni volontarie per tornare allo stato laicale. Secondo il sacerdote, le accuse nei suoi confronti non sono corrispondenti al vero. A chi gli è vicino fa sapere di voler affrontare senza paura il processo canonico.

Fino ad arrivare al Supremo Tribunale della Signatura Apostolica. A far scoppiare la vicenda erano state, alla fine del dicembre 2016, le dichiarazioni rese ai Carabinieri da una padovana di 49 anni. La donna aveva denunciato il sacerdote perchè l’avrebbe costretta a vari rapporti sessuali, anche con uomini e donne ingaggiati su internet. Nella denuncia ai militari la signora aveva fatto il nome anche di altri preti della Diocesi.

Scrive Giovanni Vlafora sul Corriere:

La vicenda di don Andrea è scoppiata tra fine 2016 e inizio 2017, dopo che una parrocchiana di 49 anni, italiana, si era rivolta ai carabinieri raccontando di essere stata vittima di violenze e soprusi da parte dell’allora parroco di San Lazzaro. Una denuncia contenuta in una lettera di una decina di pagine, all’interno della quale la donna non solo elencava le presunte nefandezze compiute dal sacerdote (dai giochi sessuali estremi a rapporti di gruppo, anche con sconosciuti, organizzati con chat online); ma indicava anche i nomi di altri preti della Diocesi che avrebbero preso parte alle (sempre presunte) deviazioni di don Contin. Tra questi don Roberto Cavazzana, allora parroco di Carbonara di Rovolon, che tuttavia non è mai stato raggiunto da alcun provvedimento giudiziario (e nei confronti del quale la Diocesi ha avuto un approccio più morbido, sostenendo che «il suo coinvolgimento risulta essere parziale e occasionale»).