Don Piccoli a processo: per i pm ha ucciso Monsignor Rocco

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Agosto 2016 - 11:58 OLTRE 6 MESI FA
Don Piccoli a processo: per i pm ha ucciso Monsignor Rocco

Don Piccoli a processo: per i pm ha ucciso Monsignor Rocco

TRIESTE – Don Piccoli a processo: per i pm ha ucciso Monsignor Rocco. Secondo la Procura di Trieste è don Paolo Piccoli l’assassino del monsignore 92enne (Giuseppe Rocco) ucciso nella sua stanza alla Casa del Clero di Trieste il 25 aprile 2014. Don Piccoli, 52 anni, non è un sacerdote che passava inosservato: ancor prima di essere ordinato sacerdote girava per Verona, sua città natale, vestito da prete.

Coltivava, a quanto pare, una vera passione per gli oggetti sacri, tanto da venir descritto come un “feticista”: questa ossessione sarebbe all’origine del delitto. Il Monsignore aveva infatti denunciato alla Casa del Clero la sparizione di alcuni oggetti indirizzando i sospetti proprio su don Piccoli, all’epoca anche lui ospite del seminario.

Questo dunque il movente secondo gli investigatori che però possono contare su un altro indizio decisivo e compromettente: tracce ematiche sono state rinvenute tra le lenzuola nella stanza del monsignore. Gli inquirenti hanno ritenuto una giustificazione di comodo e inattendibile la difesa di Piccoli: “Soffro di una malattia cutanea che che a volte indebolisce la cute e la fa sanguinare. Forse ho perso quelle gocce mentre lo benedicevo”.

La sua versione, infatti, è che appunto, dopo la scoperta del monsignore privo di vita, strangolato, da parte della perpetua, avrebbe benedetto il cadavere.

E mentre a Trieste si gioca la partita giuridica del prete presunto assassino, a Verona martedì si è tornato a parlare di quell’aspirante sacerdote che tanti ricordano come «feticista di oggetti sacri» e che all’inizio degli anni Duemila, proprio dalla città scaligera, provò a muovere i primi passi da religioso. Inutilmente. Perché ci fu chi andò dal vescovo e riferì: i suoi comportamenti rivelano dubbi sulla sua tenuta psicologica, quell’uomo non può essere ordinato prete. E Verona gli negò il sacerdozio che poi avrebbe ottenuto all’Aquila. (Giusi Fasano, Corriere della Sera)