L’uomo arrestato per l’omicidio di don Roberto Malgesini a Como ha ritrattato la sua confessione
Il reo confesso dell’omicidio di don Roberto Malgesini a Como ha ritrattato. In poche ore è passato dalla rivendicazione del delitto, quasi con orgoglio, a negare tutto.
Ridha Mahmoudi, tunisino di 53 anni, interrogato in carcere dal giudice delle indagini preliminari ha ritrattato, negando di aver assassinato il sacerdote. “Non sono io l’autore del delitto, non c’entro nulla”, ha detto di fronte al giudice.
Mahmoudi non ha voluto nominare avvocati, ed è assistito da un legale d’ufficio. Una scelta quindi che appare personale, che stride con la precisione con cui martedì pomeriggio, in questura, aveva raccontato del delitto, frutto della sua ossessione per il timore di essere rimpatriato in Tunisia.
Un’ossessione contro il “sistema” che lo aveva espulso due volte e che ora, dopo i ricorsi prima accolti e poi respinti, lo stava allontanando dal Paese in cui era arrivato nel 1993.
Alla polizia e al pm aveva confermato anche la premeditazione, che la procura intende contestargli, e la volontà anche di uccidere i suoi legali che lo stavano assistendo nelle pratiche sull’espulsione.
La salma in Valtellina
Intanto la salma don Roberto è già tornata in Valtellina, nella sua Regoledo di Cosio, dove vivono ancora i genitori, la sorella e i due fratelli.
Su espresso desiderio della famiglia, la salma è partita giovedì da Como, facendo però una sosta davanti alla chiesa di San Rocco, dove don Roberto viveva e dove ha trovato la morte martedì mattina.
Una breve sosta, il tempo di una preghiera e una benedizione, davanti ai fedeli e ai tanti “ultimi” che don Malgesini aveva scelto di servire, come missione di vita.
I funerali di don Roberto
A Regoledo oggi alle 17:30 si terranno i funerali, anche questo su richiesta della famiglia. Le esequie saranno trasmesse in streaming dal Settimanale della Diocesi di Como.
A Como, la città in cui don Roberto svolgeva il suo incarico pastorale, sarà salutato con una messa di suffragio sabato mattina, aperta a tutti, e alla quale parteciperanno anche i volontari che hanno aiutato il sacerdote, e molti dei poveri, dei senza tetto, degli immigrati ai quali don Roberto è stato vicino. “Ultimi” che in questi giorni hanno manifestato il loro affetto per un sacerdote particolarmente sensibile con che era in difficoltà. (Fonte: Ansa)