“Ti violento, poi ti ammazzo”: shock per lo stupratore seriale in bici a Milano

Pubblicato il 14 Luglio 2012 - 19:13| Aggiornato il 2 Aprile 2013 OLTRE 6 MESI FA

stuproMILANO – Lasciava la bici, aggrediva alle spalle le sue vittime con frasi volgari (‘ti scopo e poi ti ammazzo’, ‘stronza’), cingeva il collo e le costringeva a un rapporto sessuale completo oppure orale. Sarebbero almeno undici le vittime di uno stupratore seriale in bicicletta a Milano. L’uomo, un elettricista egiziano di 28 anni, Sameh El Melegy, è stato arrestato dai carabinieri alcuni giorni fa e il suo fermo è stato convalidato per tre episodi.

I casi su cui si sta indagando risalgono al solo periodo che va dal 12 marzo al 4 luglio, ma dato che l’uomo è in Italia dal 2005, si teme che il numero sia molto elevato. Le vittime degli abusi sono donne tra 21 e i 35 anni. In alcuni casi l’egiziano avrebbe approfittato di loro svenute dopo l’aggressione. Ad acciuffarlo i carabinieri della compagnia Milano Duomo nel corso di un controllo notturno organizzato dopo aver individuato la sua zona d’interesse. In precedenza avevano trovato una sim appartenente a una delle vittime nelle mani di un polacco, che ha fornito indicazioni precise su dove aveva trovato la scheda. In questo modo sono risaliti al presunto stupratore. A casa sua, in corso Lodi, sono stati trovati alcuni cellulari sottratti alle vittime.

Nel corso delle indagini, coordinate dal pm dott. Gianluca Prisco, sostituto procuratore della Repubblica presso la Procura di Milano, e’ emerso che l’egiziano compiva i suoi raid girando su una bici con un parafango posteriore simile a un alettone. Questo dettaglio, confermato da diverse testimoni, ha stretto il cerchio attorno a lui, definitivamente incastrato dai reperti biologici, dai filmati delle telecamere di sorveglianza. L’egiziano si aggirava con la bici da mezzanotte alle 4, inquadrava le vittime e le seguiva fino a quando queste si trovavano in una situazione vantaggiosa per lui, in genere una strada buia e vuota.

A volte usava un coltello per minacciarle. Poi scappava con i cellulari e gli effetti personali. In qualche occasione era capitato che la vittima perdesse conoscenza nel corso dell’aggressione. Qualcuna si è svegliata durante la violenza; nel caso del 12 marzo 2012 a piazza San Pietro in Gessate (di fronte al Tribunale, tra l’altro) la vittima è rinvenuta quando era tutto finito e si è accorta di avere le mutande abbassate. La donna di 33 anni, sotto choc è tornata a casa, e il giorno dopo è andata alla Mangiagalli con la madre per la visita. Ovviamente la violenza è stata accertata e lei ha sporto denuncia e portato gli abiti ai carabinieri per i rilievi. Questa cosa è stata molto utile perché c’era il dna dell’egiziano.

Dieci degli episodi su cui si sta lavorando sono avvenuti a Milano quest’anno, mentre uno risale al 7 maggio 2009 nella stazione metropolitana di San Donato Milanese. Il primo e’ del 12 marzo 2012. Gli investigatori sperano che altre persone possano farsi avanti e denunciare di aver subito una aggressione. Non tutte le scorribande notturne dell’egiziano sono finite infatti come voleva lui. Il 30 maggio alle 3 in via Custodi, una ragazza di vent’anni e riuscita a sottrarsi allo stupratore seriale grazie allo spray al peperoncino. L’egiziano ‘ha aggredita alle spalle ma la giovane aveva pronta in mano la bomboletta, ha spruzzato la sostanza urticante mettendo l’aggressore in fuga.