Dorotea De Pippo, colf della strage di Caselle, ora prega per le vittime

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Febbraio 2014 - 09:33 OLTRE 6 MESI FA
Dorotea De Pippo, colf della strage di Caselle, ora prega per le vittime

Dorotea De Pippo, colf della strage di Caselle, ora prega per le vittime (foto Ansa)

TORINO – Dorotea De Pippo, la colf della famiglia Allione in carcere per la strage di Caselle, sembra aver cambiato atteggiamento in cella. Lo racconta Gianni Giacomino su La Stampa. Ricordiamo che la De Pippo è in carcere perché sospettata di aver istigato il suo compagno Giorgio Palmieri a far fuori l’intera famiglia: Claudio Allione, la moglie Annamaria Greggio e la suocera Emilia Campo Dall’Orto. L’unico a salvarsi fu il figlio Maurizio Allione, sulla quale la colf tentò in un primo momento di addossare i sospetti. Ora invece dice di “pregare per le vittime” e che Maurizio “è un bravo ragazzo”.

Giacomino scrive le parole usate dalla De Pippo tramite il suo avvocato:

“Dal giorno dei fatti penso continuamente alla famiglia Allione e provo un dolore disperato per la loro morte. Io volevo bene soprattutto alla signora Greggio e alla nonnina. Anche loro avevano affetto per me, di questo ne sono sicura perché me lo hanno sempre dimostrato. Ci confidavamo molto i reciproci problemi, mi faceva piacere parlare con loro. Più che una datrice di lavoro era un’amica che mi dava anche dei consigli”

“Quando sono stata arrestata, la prima cosa che ho fatto è prendere uno scialle che mi aveva regalato la signora Greggio, me lo sono avvolto intorno al collo e non l’ho più tolto. Era un modo per sentirla vicina. Prego sempre per loro e, per questo, ho chiesto di poter partecipare alla messa in carcere”

Eppure in un primo momento, ricorda Giacomino, il suo atteggiamento era stato totalmente diverso:

Secondo il gip “la De Pippo esprimeva agli investigatori pesanti giudizi sui componenti della famiglia Allione, dicendo che la signora Greggio soffriva di manie, tra cui quella da accumulo compulsivo, mentre il marito era un ubriacone che trattava male la nonnina e che, originariamente, era un pezzente”