Dossier illegali Telecom: il Gup di Milano assolve il commercialista Gualtieri, che intanto si è fatto sei mesi di carcere preventivo

Pubblicato il 17 Maggio 2010 - 19:24| Aggiornato il 21 Agosto 2010 OLTRE 6 MESI FA

Il Gup di Milano Mariolina Panasiti ha assolto Marcello Gualtieri, nell’ambito della vicenda dei cosiddetti “dossier illegali” di Telecom. Gualtieri, commercialista accusato di riciclaggio, è stato l’unico imputato ad aver chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. Il pm aveva chiesto 4 anni di reclusione. Gualtieri era stato anche tenuto in carcere per ben sei mesi. Per altre 14 persone coinvolte nella vicenda, tra cui l’investigatore privato Emanuele Cipriani, il funzionario del Sismi Marco Mancini e il giornalista Guglielmo Sasinini, la Procura ha chiesto nelle scorse settimane il rinvio a giudizio.

Secondo il Gup, i pagamenti effettuati all’estero da parte di Telecom e Pirelli all’investigatore privato Emanuele Cipriani per la sua attività di dossieraggio sono avvenuti alla ”luce del sole, cioè in piena trasparenza, con uffici contabili” delle due societa’ ”che ufficialmente e formalmente onoravano le migliaia di fatture inviate dalle inglesi W.C.S. e S.R.A., riportandone poi i costi in bilancio e nelle dichiarazioni dei redditi.”.

Secondo il giudice tutto fu fatto ”alla luce del sole” e pertanto anche i movimenti delle somme in entrata ed uscita sui conti delle società estere di Cipriani erano ”tracciabili e ”individuabili”,

Gualtieri, commercialista e consulente fiscale di Cipriani, era stato in carcere sei mesi con all’accusa di riciclaggio del denaro, poco meno di 20 milioni, uscito dalle casse delle due società e di cui Cipriani si sarebbe appropriato indebitamente. Una prospettazione, come si legge nelle motivazioni della sentenza di assoluzione di Gualtieri, che il giudice ha bocciato. Innanzitutto perché manca il reato presupposto, cioé quello di appropriazione indebita contestato anche a Cipriani che il gup ha ‘cancellato’ all’esito dell’ udienza preliminare, ma anche per ”l’esatta tracciabilita”’ di tutte le somme pagate per onorare le fatture emesse dall’ investigatore privato.

Ha scritto il giudice Panasiti:  ”Non pare possa affermarsi che attraverso la creazione delle società W.C.S. e S.R.A. e la gestione dei relativi conti correnti (ivi compresi gli ulteriori conti sui quali sono state fatte successivamente confluire le somme inizialmente accreditate sui conti di W.C.S. e S.R.A.) si siano realizzate, ad opera di Gualtieri, ovvero di Cipriani, quelle manovre atte ad impedire o anche solo a rendere difficoltoso l’accertamento della provenienza del denaro, in modo tale da non conservare traccia delle operazioni, mediante un ricercato occultamento” sia della provenienza ”delle somme confluite nelle società e nei relativi conti, sia della destinazione” delle stesse somme uscite.

Nelle motivazioni dell’assoluzione il giudice, per spiegare come e a suo avviso non sussiste il reato presupposto del riciclaggio, cioè di appropriazione indebita, ritorna a dire che le attività di dossieraggio al centro delle indagini e del processo non erano state effettuate in modo autonomo e autoreferenziale da parte della security guidata da Giuliano Tavaroli ma erano ”pertinenti a scelte aziendali, nelle due aziende pienamente condivise e conosciute, ma anche (…) espressamente deliberate, idonee a soddisfare ed a corrispondere a specifici interessi delle due società e del gruppo dirigente” che in quel periodo era rappresentato dal ”presidente Marco Tronchetti Provera e l’amministratore delegato Carlo Buora”.

La posizione di 16 imputati, invece, tra cui quella dell’ex capo della Security di Telecom e Pirelli, Giuliano Tavaroli, dell’ex capo della Sicurezza informatica di Tlc, Fabio Ghioni, e delle due società, è stata stralciata da tempo in quanto hanno avanzato richiesta di patteggiamento.