Down, sette famiglie rifiutano la bimba. Va in adozione ad un single

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Ottobre 2017 - 14:41 OLTRE 6 MESI FA
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Down, sette famiglie rifiutano rifiutano la bimba. Va in adozione ad un single (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Down, sette famiglie rifiutano la bimba. Sette famiglie che erano in lista d’attesa per un’adozione, sette famiglie che avevano chiesto di adottare. Ma quando è stata prospettata loro la possibilità di prendere in casa una bambina affetta dalla sindrome di Down, le prime sette famiglie in lista hanno detto no, adottare una down no. Sette famiglie, le prime della lista ma praticamente un segnale chiarissimo che a rifiutare sarebbero state tutte, fino in fondo alla lista.

E allora il Tribunale dei Minori di Napoli ha preso una decisione entro i termini della legge ma sostanzialmente innovativa. La bambina down è stata data in pre affidamento ad un single. Un single che si era detto disposto ad assistere anche minori con handicap. La legge italiana infatti non prevede per i single la possibilità di adottare. Ma in casi particolari il pre affidamento sotto sorveglianza dei servizi sociali e poi l’affido sì. E non è da escludere che un percorso virtuoso nel caso della bambina down porti poi in seguito ad una sentenza che di fatto confermi l’adozione da parte di un single.

Meriterebbe questa bambina almeno un genitore. La madre naturale non l’ha voluta riconoscere e l’ha partorita in anonimato. La legge consente questa prassi, si partorisce e si lascia il neonato/a lì senza obblighi e senza riconoscerlo come propri. La legge consente questo nel tentativo di limitare gli infanticidi e gli abbandoni in strada dei neonati non voluti. E’ stato questo il destino, già difficile e triste, della bimba.

Cui si è aggiunta la sindrome di down e infine il rifiuto da parte di sette famiglie di adottarla. Rifiuto per il quale le sette famiglie non vanno né giudicate, tanto meno dannate. Ma rifiuto che si spera nessuno possa mai raccontare alla bambina una volta diventata donna. O che possa esserlo narrato da un papà come racconto di quella meravigliosa e fortunata circostanza senza la quale “non saresti stata mia figlia e non saremo stati felici insieme”. Se lo merita quella bimba, si merita un ex malo bonus, una vita buona frutto anche di quei sette rifiuti. E complimenti per il coraggio al Tribunale dei Minori.