Ebola, positivo infermiere Sassari: trasferito nella notte a Roma. Anche lui è di Emergency

di redazione Blitz
Pubblicato il 12 Maggio 2015 - 19:25| Aggiornato il 13 Maggio 2015 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – E’ positivo al test di Ebola l’infermiere sardo ricoverato e posto in isolamento lunedì presso l’ospedale di Sassari. Anche lui, come Fabrizio Pulvirenti, il medico italiano guarito lo scorso gennaio, è un volontario di Emergency che ha prestato servizio in Sierra Leone. Il campione del suo sangue arrivato a Roma nella tarda mattinata di martedì dalla Sardegna, è stato subito esaminato ed è risultato positivo.

L’infermiere, 37 anni, aveva lavorato nel Centro di cura dei malati di Ebola in Sierra Leone ed era arrivato in Sardegna l’8 maggio: aveva automonitorato le proprie condizioni di salute, come previsto dai protocolli del Ministero della Salute e di Emergency. Nella tarda serata di domenica ha manifestato i primi sintomi. Secondo quanto previsto dai protocolli di massima sicurezza l’uomo è stato preventivamente accolto in codice rosso: mostrava febbre oltre i 38,6 e permanenza in zone a rischio Ebola nei 21 giorni precedenti. Elementi che hanno fatto subito temere per un possibile contagio.

L’uomo, al rientro dall’Africa, avrebbe avuto contatti con pochissime persone, tutte sottoposte a procedure di controllo e sicurezza a scopo precauzionale. Il contagio, è bene ricordarlo, può avvenire solo dopo l’insorgenza dei sintomi: il virus viene trasmesso esclusivamente attraverso il contatto diretto con fluidi corporei.

Ricoverato da 48 ore presso il nuovo reparto di malattie infettive dell’ospedale di Sassari, l’infermiere è adesso in attesa di trasferimento all‘Ospedale “Lazzaro Spallanzani” di Roma, dove è stato curato Pulvirenti. Il Ministero della salute e l’AIFA hanno già predisposto le misure necessarie per rendere disponibili presso lo Spallanzani i farmaci. Per rispettare la privacy del paziente e della famiglia, non verranno rese note le generalità, fa sapere il Ministero della Salute. Il primo bollettino medico, come da prassi, verrà emesso dallo Spallanzani.

Un velivolo 130 dell’Aeronautica militare, in assetto di “biocontenimento assoluto”, è intanto già decollato da Pisa alla volta di Alghero per imbarcare il paziente: verrà trasportato all’aeroporto di Pratica di mare e, da qui, all’ospedale Spallanzani di Roma.

Un intervento tempestivo che ci pone all’avanguardia in Europa. La capacità di effettuare trasporti via aerea di malati altamente infettivi attraverso l’utilizzo di speciali barelle isolate è una peculiarità che hanno in Europa solo l’Aeronautica Militare e la Royal Air Force.

L’aeronautica italiana è infatti dotata dal 2005 di speciali barelle aviotrasportabili “Ati” (Aircraft Transport Isolator) e dei più piccoli sistemi terrestri “Sti” (Stretcher Transit Isolator), indispensabili al momento del trasbordo del paziente dall’aereo all’ambulanza. Per il trasporto vengono usati velivoli C-130 J Hercules, C-27 J Spartan e KC-767. L’arrivo a Roma del medico (foto Ansa).