Blacklist contro gli ebrei sul web: “Fuori la feccia da università e procure”

Pubblicato il 21 Luglio 2011 - 19:26 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Fuori la feccia ebraica da università e procure”. Comparsa per la prima volta nel 2008, quando la polizia postale riuscì ad individuarne l’autore, torna in rete la blacklist dei professori ebrei.

L’ultimo degli elenchi comprende, oltre ad alcuni nominativi di magistrati ebrei (o ritenuti tali), una lista aggiornata di attività commerciali, ristoranti, macellerie, pasticcerie, i cui proprietari sono ebrei. Attività da “boicottare”, come scrive Dagoberto Bellucci, italiano convertito all’Islam e residente in Libano, da molti definito nazi-islamico, molto vicino agli ambienti della destra estrema.

La blacklist di docenti ebrei, appartenenti a vari atenei italiani, compare su un blog denominato “Rumors” e ospitato sulla piattaforma italiana del Cannocchiale. La stessa dove è apparsa la prima volta, nel febbraio del 2008. In quell’occasione, in seguito all’indignazione politica bipartisan e all’oscuramente del sito, le indagini della Polizia Postale permisero di arrivare a individuare il responsabile della pubblicazione di quell’elenco (Paolo Munzi, residente in provincia di Rieti, figlio di un ex sindaco).

L’elenco in questione, si legge nel blog, “è stato ricavato da un appello contro il boicottaggio attuato nelle università inglesi nei confronti di Israele e dei docenti ebrei. Il 99% dei docenti firmatari la petizione proposta dalla comunità ebraica di Roma – spiega il sito “Rumors” – appartiene alla Sapienza di Roma, ha un cognome ebraico e sostiene pubblicamente e politicamente Israele”. Tra le deliranti affermazioni riportate dall’estensore dell’articolo, quella relativa al potere esercitato dalla lobby ebraica: “Gli studenti sono vittime della manipolazione mentale di professori infeudati alle caste regnanti negli atenei. Questi docenti utilizzano l’istituzione universitaria italiana per sostenere gli interessi politici di uno stato estero”.

Tra i 162 figurano professori non solo della Sapienza, ma di tutti i principali atenei italiani: Bologna, Torino, Palermo, Chieti, Tor Vergata, Roma Tre, Federico II, Pisa, Lecce, Politecnico di Milano, Bicocca, Perugia e Sassari. “Fuori la feccia sionista dalle Università”, il titolo di un post scritto il 14 maggio scorso. Attacchi riservati anche ad alcuni magistrati (sono quattro, con nome e cognome), la cui presenza nelle Procure è un “cancro da estirpare”. “Fuori la lobby ebraica dalle Procure”, tuona il gestore del blog, che accusa questi pubblici ministeri di “utilizzare la legge per eliminare con il carcere coloro che non condividono queste loro idee”.

Liste che vengono continuamente monitorate e registrate dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Milano (Cdec), grazie all’attività di ricerca sul web condotta dal ricercatore Stefano Gatti, volta a “stanare” i siti antisemiti e negazionisti. In un report presentato alla commissione parlamentare contro l’antisemitismo, Gatti aveva già inserito la figura di Bellucci, “collaboratore del mensile neonazista Avanguardia, autore di un virulento volumetto antisemita, oltre che di vari articoli con la medesima ispirazione”.