Parma, maxisequestro di ecstasy liquida: è la “droga dello stupro”

Pubblicato il 10 Dicembre 2010 - 18:03 OLTRE 6 MESI FA

E’ definita “ecstasy liquida” o “droga dello stupro” perché chi ne assume anche poche gocce vive uno stato di massima euforia, perde tutte le inibizioni e, soprattutto, non ricorda più nulla, nemmeno una violenza sessuale. Nell’abitazione di un insospettabile impiegato parmigiano di 48 anni gli agenti della sezione antidroga della squadra mobile di Parma ne hanno trovati ben due litri e mezzo contenuti in tre flaconi nascosti sotto al lavabo del bagno.

Il nome della sostanza è Gbl (acido gamma butirolactone) ed è una micidiale droga dal liquido incolore, insapore ed inodore; quello di Parma il sequestro più ingente mai avvenuto nel nostro paese. La perquisizione nell’abitazione dell’uomo è scattata dopo il ricovero d’urgenza al Pronto Soccorso di un ventenne, sempre di Parma, che con il quarantottenne aveva una relazione omosessuale. Le prime analisi sul giovane, in stato precomatoso, non avevano evidenziato presenza di droghe, poi alla fine l’uomo ha confessato quale sostanza avesse assunto il compagno e così i medici lo hanno potuto salvare.

Infine il ritrovamento dei flaconi, ”due litri e mezzo di gbl puro al 99 per cento – ha spiegato Enrico Tassi, dirigente della squadra mobile della questura di Parma – Un quantitativo veramente molto elevato, che poteva permettere di confezionare oltre cinquemila dosi in grado di avere effetti devastanti sul fisico di una persona”. L’uomo, ora in carcere con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, ha probabilmente acquistato la droga on line tramite internet.

Il composto, solitamente impiegato in edilizia come sverniciatore, è illegale in Italia, ma è ancora regolarmente venduto in alcuni Paesi del nord Europa, in particolare in Olanda. Prima di Parma, in Italia c’era stato solo un altro caso di overdose, vittima un giovanissimo di Conegliano Veneto, paese della provincia di Treviso. Anche quella volta i medici, fortunatamente, erano riusciti ad intervenire in tempo nonostante il ragazzo fosse già in arresto cardiocircolatorio.

”Ma nonostante i casi siano ancora limitati, la pericolosità di questa droga è elevatissima – sottolinea il responsabile del Sert di Parma, Maria Antonini – Vi è una bassissima differenza fra la dose efficace e quella letale per l’uomo. Pochi millilitri, poche gocce in più e si rischia la vita”.