Morte di Edoardo Agnelli, un giudice: “Non fu tutelato”. Fiat:”Iniquo, ingiusto”

Pubblicato il 1 Marzo 2013 - 20:19| Aggiornato il 20 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

TORINO – Un piccolo azionista della Fiat, Marco Bava, è stato assolto dall’accusa di diffamazione per alcune frasi pronunciate in un assemblea nel 2008 e relative alla morte di Edoardo Agnelli, il figlio dell’Avvocato che, come verificò la procura di Mondovì, morì suicida. Bava, nelle frasi pronunciate in assemblea, mise in dubbio che si fosse trattato di suicidio, sostenendo che la Fiat non avesse vigilato a sufficienza. Il giudice che lo ha assolto, Maria Sterpos, ha in qualche modo dato ragione alle tesi di Bava scrivendo nella motivazione della sentenza: ”E’ chiaro che se qualcuno si era assunto il compito di tutelare Edoardo Agnelli, non lo ha svolto in modo adeguato, sia che egli sia stato ucciso sia che si sia suicidato”.

L’avvocato della Fiat ha reagito duramente.

Come ha riportato Repubblica, il legale, Giovanni Anfora, ha detto: “Non ci furono carenze o errori del servizio di sicurezza Fiat”; la magistratura, dopo gli accertamenti, “aveva escluso qualsiasi rilievo o osservazione”. Ma quegli atti processuali “evidentemente non sono stati ben compresi o adeguatamente valutati” dal tribunale di Torino”. Nel resoconto di Repubblica, l’avv.Anfora ha sottolineato che per l’imputato (chiamato in causa per numerosi passaggi del suo intervento a un’assemblea del Lingotto nel 2008) la procura aveva chiesto sei mesi di carcere, e ha annunciato ricorso in appello contro “l’ingiusta e iniqua sentenza di assoluzione”.

“Non è vero che la sentenza del tribunale di Torino abbia proposto dubbi sulle circostanze del decesso di Edoardo Agnelli, come si desume agevolmente dalla lettura del provvedimento. Si deve evidenziare con definitiva chiarezza che su tale evento è intervenuta più volte la magistratura che ha ripetutamente escluso le fantasiose quanto indimostrate illazioni su fantomatici quanto improbabili complotti”. “Si tratta di teorie avanzate soltanto da avventurieri autoreferenziali in caccia di improbabile notorietà o vantaggi economici”.

L’azionista, Marco Bava, doveva rispondere di “oltre venti fatti di diffamazione” e, sottolinea Anfora, “nella sentenza è affermato che ha complessivamente pronunciato parole di oggettiva portata offensiva e che pertanto la parte civile Fiat proporrà impugnazione”.

Edoardo morì precipitando da un viadotto dell’autostrada Torino-Savona, il 15 novembre 2000 a Fossano. ”Ritengo responsabile per omessa vigilanza – aveva detto Bava – anche la sicurezza Fiat che non solo allora non ha protetto sufficientemente Edoardo Agnelli”: questa e molte altre erano state le affermazioni di Bava che gli erano costate la denuncia. ”Da sempre – scrive il giudice – Bava ha sostenuto che Edoardo Agnelli è stato ucciso a causa presumibilmente di un suo scomodo ruolo negli equilibri di potere interni alla Fiat”. Nella sentenza si sottolinea che il riferimento alla ”triste vicenda” è stato ”inopportuno e fuori luogo” nell’assemblea. Però si fa presente che nonostante le conclusioni dell’inchiesta giudiziaria ”dubbi sulle circostanze della morte del figlio dell’Avvocato sono stati sollevati da molti”.