Edwige Fenech e la casa di lusso: Cassazione dà ragione al Fisco

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Marzo 2018 - 16:58 OLTRE 6 MESI FA
Edwige Fenech e la casa di lusso: Cassazione dà ragione al Fisco

Edwige Fenech e la casa di lusso: Cassazione dà ragione al Fisco

ROMA – La disputa tra Edwige Fenech e l’Agenzia delle Entrate per la casa di lusso nel quartiere Prati a Roma torna davanti al Tar del Lazio. Questa la decisione dei giudici della Cassazione, che hanno esaminato la questione e stabilito che l’immobile che supera i 240 metri quadrati è effettivamente un’abitazione di lusso e dunque non valgono le agevolazioni per l’acquisto della prima casa, che secondo il Fisco erano decadute in fase di compravendita.

Libero quotidiano scrive infatti che la Fenech ha comprato la casa nel 2005, usufruendo delle agevolazioni. L’Agenzia delle Entrate però aveva considerato le agevolazioni decadute perché l’immobile ha una superficie superiore ai 240 metri quadrati, dunque era da considerare come di lusso:

“I giudici del merito (Commissione tributaria provinciale di Roma e Commissione tributaria regionale del Lazio) avevano invece accolto i ricorsi dell’attrice, riconoscendo che la superficie utile della casa era inferiore ai 240 metri quadrati – parametro fissato per le abitazioni considerate “di lusso” – escludendo da tale computo l’area del piano superiore con una veranda e una terrazza di oltre 105 metri quadrati.

La Cassazione ha annullato la decisione di secondo grado, rinviando la causa alla Commissione tributaria regionale del Lazio: “Erroneamente i giudici d’appello hanno ritenuto non computabile la superficie dei locali al settimo piano, qualificati come terrazza (ma accatastati come veranda e lavatoio) e l’ampliamento risultante dal catasto”. Tale “errore di diritto” ha “influito anche sulla correttezza, sul piano logico, dell’accertamento di fatto compiuto dal giudice del merito, che ha totalmente omesso di verificare in concreto, sulla base delle caratteristiche dell’effettiva destinazione dei locali indicati e delle visure catastali, se i locali avessero o meno una propria effettiva utilizzabilità”.