Elena Ceste ammazzata dentro casa. Arrestato il marito

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Gennaio 2015 - 15:00 OLTRE 6 MESI FA
Elena Ceste ammazzata dentro casa. Arrestato il marito

Elena Ceste ammazzata dentro casa. Arrestato il marito

ASTI – Elena Ceste è stata uccisa in casa e poi portata di nascosto nel luogo in cui è stata ritrovata. Ne sono convinti gli inquirenti che proprio giovedì hanno arrestato il marito della donna, Michele Buoninconti. “La donna sarebbe deceduta per morte violenta nella sua abitazione. Escludiamo l’annegamento. Probabile l’asfissia” ha detto il colonnello Fabio Federici. Federici ha riferito che questa è l’ipotesi più probabile sulle cause della morte espressa dal medico legale che ha eseguito l’esame autoptico sul cadavere.

“Riteniamo che il corpo si trovasse nel rio Mersa sin dal giorno della sua scomparsa” ha precisato il colonnello Federici.  Fondamentali per le indagini sono state alcune intercettazioni telefoniche nei confronti di Michele Buoninconti, accusato di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. “Il movente? Una situazione familiare con criticità e conflittualità”.

Michele Buoninconti è stato arrestato la mattina del 29 gennaio nella sua casa di Costigliole d’Asti. Il vigile del fuoco di Alba è accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere.

“Tutti gli elementi raccolti nel corso delle indagini” indicano “Michele Boninconti come l’autore delle gravissime condotte che gli vengono attribuite”. Lo scrive il Gip Giacomo Marson nell’ordinanza di arresto nei confronti del marito di Elena Ceste sottolineando che ciò emerge “in maniera dirompente”.

Il 28 gennaio il medico legale di Alba, Francesco Romanazzi, ha depositato alla Procura di Asti la perizia dell’autopsia condotta sul corpo di Elena, ritrovato il 18 ottobre scorso a Costigliole d’Asti, da dove era scomparsa il 24 gennaio 2014. Il gip di Asti Giacomo Marson ha accolto la richiesta del pm Laura Deodato e ha emanato l’ordinanza di arresto per Buoninconti, che secondo le accuse avrebbe brutalmente ucciso la moglie la mattina del 24 gennaio, giorno stesso della scomparsa. Buoninconti, sulla cui posizione gli investigatori hanno sempre avuto dubbi per i punti oscuri mai svelati, in una recente intervista aveva chiesto una rapida sepoltura, che dovrebbe tenersi probabilmente il 7 febbraio a Govone.

Michele Bonincontri rischia l’ergastolo.  Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip, infatti, all’uomo vengono contestate i reati di omicidio volontario e di occultamento di cadavere. Il primo reato è aggravato da premeditazione e dall’aver compiuto il delitto contro il coniuge. Quanto all’occultamento di cadavere, gli è contestata l’aggravante di averlo fatto per nascondere un altro reato, l’omicidio appunto.

Elena Ceste morta probabilmente per asfissia.  E’ la conclusione a cui sono giunti i medici legali Maria Gugliuzza e Francesco Romanazzi, incaricati dell’autopsia dal pm Laura Deodato. I due consulenti non precisano nel loro referto “come” l’asfissia sia stata prodotta, se cioè la donna se sia stata soffocata, strozzata o strangolata. Escluse in modo certo le ipotesi di avvelenamento, di suicidio per annegamento o anche di morte per colpo d’arma da taglio o da fuoco.

I due medici legali sottolineano che “lo stadio evolutivo del processo trasformativo cadaverico è coerente con l’epoca della scomparsa della donna” e che “si può ritenere che il corpo della Ceste sia sempre rimasto nel luogo ove furono rinvenuti i resti”. “Si deve altresì affermare – aggiungono – che il corpo della Ceste pervenne nel luogo in cui ne furono ritrovati i resti completamente nudo”. In altre parole, la donna è stata gettata nuda là dove è stata ritrovata, lo stesso giorno in cui è scomparsa.

Sull’ipotesi che possa essersi trattato di un incidente, di un suicidio, o di un omicidio, i due esperti non hanno dubbi: “Gli elementi di valutazione in nostro possesso – scrivono – inducono a escludere l’ipotesi accidentale dell’evento….L’ipotesi di un suicidio per annegamento deve ritenersi del tutto inverosimile”, così come “l’autopsia non esclude che l’intero corpo fosse immune da lesioni da arma da taglio o da fuoco, anche se tale ipotesi deve ritenersi malsicura”. Quindi, concludono, “si affaccia, più probabile, l’ipotesi di una morte per asfissia”.