Elena Ceste, i legali di Buoninconti: “L’ipotesi del suicidio…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Febbraio 2017 - 16:19 OLTRE 6 MESI FA

TORINO – Assoluzione o, in subordine, l’esclusione dell’aggravante della premeditazione è la richiesta alla Corte d’Assise d’Appello di Torino, dei legali di Michele Buoninconti, l’ex vigile del fuoco condannato in primo grado a 30 anni per l’omicidio della moglie Elena Ceste.
“Michele Buoninconti non ha ucciso la moglie” hanno ribadito gli avvocati difensori Enrico Scolari e Giuseppe Marazzita, al termine di un’udienza durata oltre cinque ore. “Siamo fiduciosi – hanno aggiunto – e lo è anche il nostro cliente, che ha seguito l’intero processo con molta attenzione”. “Tutto si gioca nelle premesse – hanno rimarcato gli avvocati di Buoninconti – L’accusa esclude la morte accidentale, che invece a nostro parere è possibile per diversi motivi, tra cui per lo stato psichico della vittima all’epoca dei fatti”. La sentenza è prevista per il 15 febbraio.

L’IPOTESI SUICIDIO – Gli avvocati di Buoninconti avevano già parlato di un possibile suicidio di Elena Ceste:
“La questione centrale non sono i gossip, gli elementi di contorno e di colore, ma la causa della morte di Elena Ceste – dice l’avvocato Giuseppe Marazzita, che insieme al collega Enrico Scolari difende Buoninconti, commenta la richiesta dell’accusa di confermare la condanna a trent’anni inferta in primo grado al marito della donna, il vigile del fuoco Michele Buoninconti – Sulle cause del decesso il pm ha dedicato poco tempo – continua Marazzita a margine dell’udienza di questa mattina in Corte d’Assise d’Appello – Con gli elementi che abbiamo prodotto siamo fiduciosi di riuscire a dimostrare che Elena Ceste non è stata uccisa. Manca la prova dell’omicidio. D’altronde alla causa del soffocamento si è arrivati per esclusione e le cartilagini del collo non sono state recuperate. Ma ci sono perizie psichiatriche che mostrano come la donna fosse in condizioni tali da porre in essere comportamenti autolesionisti”.