ASTI – “È come un leone in gabbia” dice, intervistato da La Nuova Provincia, Sandro Caruso, un amico di Michele Buoninconti, l’uomo accusato e in carcere per l’omicidio della moglie, Elena Ceste.
“Abbiamo dato vita ad un gruppo su Facebook – spiega Caruso – per dimostrargli il nostro sostegno e la nostra fiducia, perché crediamo nella sua innocenza. In questi ultimi tempi ci siamo visti spesso, prendevamo un caffè insieme. E ho voluto andare a trovarlo in carcere per rimanergli vicino anche in questo momento difficile e delicato”.
In carcere, racconta Caruso, Michele Buoninconti “va d’accordo con il suo compagno di cella e con gli altri detenuti, che scherzano e fanno anche qualche battuta con lui. Legge la Bibbia e i giornali e guarda la tv. Mi ha chiesto anche notizie dei figli e voleva persino darmi dei dolci da portare a casa ai miei bambini”.
“In queste settimane ha ricevuto visite solo dal fratello che vive a Torino e dai suoi legali, oltre alla mia – aggiunge il costigliolese - Gli ho promesso che sarei tornato a trovarlo e lui aspetta la mia visita”.