Uccise con le Bestie di Satana, ora è libera. Il padre di una delle vittime: “Giusto così”

Pubblicato il 20 Aprile 2011 - 16:33 OLTRE 6 MESI FA

Elisabetta Ballarin (Foto Lapresse)

MILANO – ”Mia figlia ha fatto un duro lavoro per riuscire a superare tutto quello in cui è stata coinvolta, ora è serena e contenta dei suoi sforzi e noi vogliamo solo che venga lasciata in pace”. Lo ha detto Cristina Leonardoni, la mamma di Elisabetta Ballarin, la giovane ex fidanzata di Andrea Volpe, leader delle Bestie di Satana, alle quali sono stati attribuiti tre dei più efferati delitti degli ultimi anni.

Elisabetta deve scontare 23 anni di pena (ne sono passati 7) per l’omicidio di Mariangela Pezzotta, ferita con un colpo di pistola e finita a badilate in uno chalet di Golsecca nel basso varesotto nel 2004. Le altre due vittime della setta (ma Elisabetta non aveva responsabilità) furono i giovanissimi Fabio Tollis e Chiara Marino, trovati sepolti in un bosco sei anni dopo il loro barbaro omicidio in una sorta di rito in una notte di gennaio del 1998.

Da ottobre Elisabetta, che ora ha 26 anni, può uscire dal carcere e frequentare l’università a Brescia. Per mesi sia i familiari che l’amministrazione penitenziaria hanno fatto il possibile perché la notizia venisse tenuta riservata. Ma Elisabetta, una bella ragazza dal viso angelico, la cui foto è comparsa ripetutamente sui giornali, è stata riconosciuta.”Purtroppo ogni volta che si parla di mia figlia  -ha detto la mamma della ragazza – il suo nome viene associato alle Bestie di Satana. Elisabetta ha lavorato molto su se stessa per ritrovare un equilibrio”. ”Voglio ringraziare l’amministrazione penitenziaria per quello che è stato fatto per lei e per la fiducia che le è stata accordata. E vorrei esprimere il mio rispetto anche per il padre di Mariangela e le sue parole”.

Proprio Silvio Pezzotta, dalle pagine del Corriere della Sera, ha detto che è giusto che Elisabetta si rifaccia una vita. Ricorda che ai tempi del processo incrocià l’assassina di sua figlia nei corridoio del Tribunale, e le disse: “Quando avrai pagato il conto con la giustizia, la porta di casa mia per te è aperta”. Oggi dice: “Ma io sono sempre stato convinto che Elisabetta sia stata plagiata dagli altri: era una ragazzina fuori dal mondo – dice adesso il papà di Mariangela – e quella sera tragica agì come un automa, stordita dalla droga”