Emanuele Morganti, c’è un nono indagato. Su Fb spunta pagina di insulti

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Aprile 2017 - 09:30 OLTRE 6 MESI FA

 

Emanuele Morganti, c'è un nono indagato. Su Fb spunta pagina di insulti

Emanuele Morganti, c’è un nono indagato. Su Fb spunta pagina di insulti

FROSINONE – Si allarga l’inchiesta sull’omicidio di Emanuele Morganti, il 20enne massacrato di botte, una settimana fa, fuori da un locale di Alatri. C’è una nona persona indagata a piede libero e si tratta di un uomo che era presente al momento dell’aggressione. La sua identificazione è avvenuta nelle ultime ore nel quadro degli accertamenti disposti dal procuratore di Frosinone Giuseppe De Falco.

Ci sono poi altre sette persone tuttora in libertà iscritte al registro degli indagati, oltre a Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, entrambi in carcere per omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Si tratta del padre di Mario, Franco Castagnacci, il fratello Paolo, quattro buttafuori della discoteca Mirò e il giovane che avrebbe dato avvio alla rissa all’interno del locale inducendo i buttafuori a prelevare Emanuele con la forza e a trascinarlo prima in un angolo, dove è stato malmenato e poi, all’esterno, dove lo hanno nuovamente aggredito e finito a colpi di manganello.

Non è escluso che i due fratellastri fermati per l’omicidio possano essere di nuovo interrogati dagli inquirenti nei prossimi giorni. Oggi, lunedì 3 aprile, Marilena Colagiacomo, avvocato di Franco Castagnacci, il padre di Mario, presenterà istanza al procuratore perché il suo assistito vuole essere ascoltato dalla Procura di Frosinone. In un giornale locale l’uomo aveva smentito di aver partecipato al pestaggio del ragazzo, assicurando di aver anche provato a difenderlo. “Mio figlio Mario non ha infierito in niente – ha anche detto – non ha dato nessun colpo finale”.

Intanto sembra perdere consistenza, poiché non emergono riscontri, l’ipotesi di un delitto maturato nell’ambito di una vendetta contro Emanuele per aver difeso un anno fa una ragazza che stava litigando con il fidanzato, amico dei due fermati. Per gli inquirenti rimangono aperte tutte le piste, compresa quella di un gesto legato all’abuso di alcol e droghe. Ma al momento i contorni in cui è maturato il pestaggio non sono ancora chiari. Troppo diverse appaiono le testimonianze degli amici di Emanuele da quelle degli amici di quello che è stato definito il “branco”. Tanto che che si fa strada l’ipotesi di un depistaggio delle indagini da parte di alcuni testimoni.

L’inchiesta però va avanti e si aspettano i risultati di alcuni rilievi tecnici effettuati durante il nuovo sopralluogo fatto venerdì sera dai carabinieri in piazza Regina Margherita, teatro del brutale massacro. Intanto anche la Polizia Postale indaga su una pagina fake apparsa su Facebook, intitolata “Emanuele Morganti spacciatore” e inserita nella categoria animali. A seguito della denuncia dei familiari la pagina è stata immediatamente oscurata, ora è caccia agli autori.

Sabato è stato il giorno del dolore: tutta Tecchiena, la frazione di Alatri dove Emanuele era nato e viveva con la sua famiglia, si è ritrovata ai funerali. In migliaia hanno partecipato alle esequie, arrivando anche dai paesi vicini. Gli amici hanno indossato una t-shirt bianca con una foto di Emanuele sorridente racchiusa dentro un cuore, e il vescovo di Anagni-Alatri Lorenzo Loppa ha aperto la sua omelia parlando di “ferocia spietata”.