Emanuele Scieri, parà morto nella caserma di Pisa: cinque indagati

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Giugno 2020 - 13:48 OLTRE 6 MESI FA
Emanuele Scieri, Ansa

Emanuele Scieri, parà morto nella caserma di Pisa: cinque indagati (foto Ansa)

ROMA –  Cinque persone sono finite nel registro degli indagati al termine delle indagini preliminari della procura di Pisa in relazione alla morte di Emanuele Scieri.

Scieri è l’allievo parà della Folgore morto il 13 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa.

Sulla morte di Scieri sta procedendo anche la magistratura militare.

Magistratura militare che, come racconta l’agenzia Ansa, ai primi di giugno chiesto il rinvio a giudizio per tre ex caporali accusati di violenza a inferiore mediante omicidio pluriaggravato in concorso: per il 17 luglio è stata fissata l’udienza preliminare.

Gli stessi tre ex caporali, racconta sempre l’Ansa, sono stati accusati dalla procura ordinaria di Pisa di omicidio volontario.

Tra gli indagati dalla procura di Pisa anche un ex comandante della Folgore. 

Emanuele Scieri, le parole del procuratore di Pisa

“In questi due anni di lavoro l’attuale catena di comando del Capar ha dato piena collaborazione al nostro lavoro”.

Lo ha detto il procuratore capo di Pisa Alessandro Crini.

Crini ha poi spiegato che il caso Scieri arriva nuovamente “alla procura di Pisa dalla commissione parlamentare d’inchiesta”

“Commissione che ci suggerisce di interrompere la prescrizione del reato di omicidio preterintenzionale”.

“Contestando il reato – continua – ad alcuni soggetti e ci sottopone a verifica due caporali istruttori e ci viene indicato un terzo soggetto emerso come particolarmente violento all’epoca.

Da qui deduciamo di poter indagare per omicidio volontario anziché preterintenzionale”.

Crini ha anche spiegato che l’inchiesta ha cercato “di ricostruire contesto e antefatto”.

“Portando – dice il procuratore – alla scoperta di “una situazione molto incandescente dentro il Capar”.

La ricostruzione

A Scieri “prima fu ordinato di svestirsi parzialmente poi fu percosso”.

Scieri, dopo essersi rivestito, “tentò di salire sulla scala della torretta” arrampicandosi “dalla parte esterna”. 

“Abbiamo elementi – dice il procuratore di Pisa –  che il livello di conoscenza dell’episodio relativo alla morte di Scieri fu abbastanza immediato”.

“Abbiamo elementi che ci inducono a pensare che ci fosse stata un po’ di conoscenza dell’episodio”.

 

Agli atti dell’inchiesta ci sono anche le spiegazioni delle lesioni riscontrate sulla salma di Scieri.

“In particolare – ha detto il procuratore capo di Pisa Alessandro Crini – una ferita al piede compatibile con un colpo ricevuto con un mezzo penetrante, un corpo contundente, che gli perfora l’arto e quelle alle mani che noi riteniamo compatibili con i pestoni subiti mentre Scieri tenta di arrampicarsi sulla torretta scalando a mani nude dall’esterno”. (Fonte: Ansa).