Emergency: Cecilia Strada, “Vorremmo parlare con il presidente Berlusconi”

Pubblicato il 16 Aprile 2010 - 10:48 OLTRE 6 MESI FA

Dopo l’arresto dei tre operatori italiani di Emergency in Afghanistan, da Kabul non arrivano  “grandi risposte”, per questo occorre capire se, come dice il ministro degli Esteri Franco Frattini, l’Afghanistan è davvero un Paese amico o se l’amicizia è «a senso unico».

Attende dunque risposte Cecilia Strada, figlia di Gino e presidente di Emergency. In un’intervista al Giornale ha chiesto che gli operatori della Ong e i sei cittadini locali arrestati vengano messi a disposizione della procura, «che significa ufficialità, un magistrato e assistenza legale».

Ha richiesto inoltre di parlare con il premier, Berlusconi. «Stiamo cercando di parlare con il presidente Berlusconi – ha detto – ma non abbiamo ancora ricevuto una sua telefonata».

Sull’irruzione nell’ospedale della provincia di Helmand e i sui motivi che hanno portato agli arresti, Cecilia Strada, ha affermato: «chiunque, con un minimo di buon senso, si rende conto che sono accuse ridicole».

Intanto in seguito alla prevista massiccia adesione all’appello «Io sto con Emergency» (100.000 firme al giorno sul sito e ai molti messaggi di solidarietà ricevuti) Emergency ha comunicato che la manifestazione di sabato 17 aprile è stata spostata a Piazza San Giovanni a Roma, a partire dalle 14.30.

Ne ha dato notizia la stessa organizzazione umanitaria in un comunicato. Originariamente la manifestazione era prevista a piazza Navona. Con l’iniziativa si intende chiedere la liberazione dei tre operatori sanitari italiani – Matteo Dell’Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani – arrestati da militari afghani e della Coalizione internazionale presso il centro chirurgico di Emergency a Lashkar-gah in Afghanistan.

«La manifestazione non è di carattere politico, afferma l’ong .  Emergency chiede la liberazione degli arrestati in Afganistan, tuttora detenuti illegalmente e in violazione dei diritti umani fondamentali» ed ha  invitato tutti i cittadini a partecipare con uno straccio bianco di pace e non con bandiere e simboli di partito».