Manca il gas, si torna all’olio: tranquilli dal prossimo weekend

Pubblicato il 7 Febbraio 2012 - 08:55 OLTRE 6 MESI FA

Paolo Scaroni (Lapresse)

ROMA – “Con le misure che ha preso il 6 febbraio il comitato d’emergenza gas si potrà disporre di ulteriori 25 milioni di metri cubi al giorno di gas, circa l’8-9% dei consumi: mi attendo quindi che la situazione si tranquillizzerà durante il prossimo weekend“. Lo ha dichiarato l’ad dell’Eni, Paolo Scaroni, parlando al Tg3 dell’emergenza gas.

“L‘Italia – ha spiegato Scaroni – oggi consuma 450 milioni metri cubi di gas al giorno, cioè il 40% in più dell’anno scorso lo stesso giorno: per far fronte a questi consumi ci troviamo di fronte una Russia che ci dà meno gas di prima e i rigassificatori sono praticamente fermi. Quindi abbiamo fatto fronte con più gas dall’Algeria e dal Nord Europa e fortunatamente abbiamo fatto ripartire la Libia per tempo”.

In ogni caso, ha assicurato, “con queste misure d’emergenza io credo non ci saranno problemi per le famiglie”, ma solo distacchi per le imprese con contratto interrompibile. A giudizio di Scaroni, questa “è stata una decisione molto saggia e prudenziale, già presa in passato con le ricorrenti crisi politiche tra Russia e Ucraina”.

Quanto a ulteriori cali di approvvigionamento dalla Russia, Scaroni non ha potuto escluderli: “Mi auguro non ci siano, ma dipende dalle condizioni  climatiche: ci sono temperature raramente viste anche in quei paesi così freddi: tuttavia non durano mai più di 15 o 20 giorni, quindi ci auguriamo tornino normali”. Sul ricorso alle scorte, infine, Scaroni ha precisato che si ricorre ad esse “tutti i giorni, perché sono state messe lì d’estate apposta per prelevarle d’inverno: oggi per esempio abbiamo attinto per 140 milioni di metri cubi. Le scorte – ha concluso – sono fatte proprio per quello, non c’è nulla di allarmante nel fatto che si consumino a febbraio”.

“Non ci sarà un aggravio delle bollette del gas e se ci sarà lo sosterremo noi”, ha inoltre dichiarato Scaroni a Porta a Porta, ricordando poi che l’Italia “sta acquistando gas dal nord Europa a carissimo prezzo”, ma questo, ha assicurato, non si tradurrà in un aumento delle bollette che vengono stabilite dall’autorità per l’energia. Quanto agli approvvigionamenti di gas, Scaroni ha ribadito che “non mancheranno, come non mancherà l’energia elettrica”.

Il calo dei flussi in arrivo dalla Russia, e nel 6 febbraio anche dalla Svizzera, il picco di consumi dovuti all’emergenza gelo e i problemi riscontrati al rigassificatore di Rovigo, dove le navi non riescono ad ormeggiare a causa del mare grosso, stanno riducendo le disponibilità di materia prima, tanto da costringere governo e operatori a correre ai ripari e anche la Commissione europea ad offrire il proprio aiuto, se necessario.

Il Comitato di emergenza riunito al ministero dello Sviluppo economico per monitorare la situazione ha infatti dichiarato lo stato d’emergenza, dando il via libera alla messa in esercizio delle centrali a olio combustibile e ai distacchi programmati delle cosiddette aziende “interrompibili” (quelle cioè che a fronte di riduzioni tariffarie sono disposte ai distacchi di energia), unico modo per salvaguardare al cento per cento le famiglie, rimaste invece in decine di migliaia in questi giorni senza elettricità in molte zone del Paese, Lazio in testa.

Una nuova riunione si terrà domani, per verificare lo stato delle condizioni meteo e per aggiornare il quadro della situazione. Anche perchè per riattivare le centrali ad olio è necessario un apposito atto del ministero di deroga alle norme ambientali, che dovrà arrivare dunque a stretto giro.

La scelta del governo che ha deciso di agire sulle imprese non è però piaciuta agli industriali e, soprattutto, al loro leader Emma Marcegaglia che ha chiesto di mettere mano con più decisione alle riserve. “In caso di bisogno sono lì a disposizione”, ha assicurato il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, aggiungendo che effettivamente “in termini di stoccaggio potremmo fare qualcosa di più’.

Il problema, indicano alcuni esperti di settore, sembra però non essere tanto la quantità di gas, ma quello ormai annoso delle infrastrutture disponibili per immetterlo in rete e distribuirlo. Come se, in pratica, dal rubinetto non riuscisse ad uscire abbastanza metano per soddisfare le esigenze crescenti del sistema, afflitto dalle temperature polari di questi giorni.

Ci vorrà un decreto legge, un pò come avvenne nella precedente crisi del gas del 2006, per far entrare in esercizio a olio combustibile a pieno regime i gruppi delle centrali elettriche dell’Enel e risparmiare così il gas.  Nel 2006, infatti, a causa della crisi Russia-Ucraina, fu il Consiglio dei ministri a emanare un decreto che permetteva di derogare ai vincoli ambientali e far così ripartire le centrali a olio, fornendo le indicazioni a Terna sulle modalità di impiego di questi impianti.

Anche questa volta la procedura dovrebbe essere la stessa: tuttavia, in attesa dell’arrivo del provvedimento, il gruppo elettrico potrà procedere a olio per un numero limitato di ore nelle centrali di Piombino e di Livorno, dove sono già partite le relative operazioni.  Le centrali dell’Enel che potrebbero essere coinvolte, oltre a Piombino e Livorno, sono Porto Tolle in provincia di Rovigo e Montalto di Castro (Viterbo). Nel 2006 con queste misure nel periodo gennaio-marzo si risparmiò circa un miliardo di metri cubi di gas a vantaggio degli usi domestici e industriali.