Emilio Fede, “diritto costituzionale” all’autista e check up gratuito!

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Dicembre 2014 - 10:37 OLTRE 6 MESI FA
Emilio Fede, "diritto costituzionale" all'autista e check up gratuito!

Emilio Fede

ROMA – Emilio Fede rivendica e pretende, come “diritto costituzionale”, l’autista, la carta di credito, la segretaria, lo stipendio da 750mila euro l’anno e il check up gratuito al San Raffaele di Milano. L’ex direttore del Tg4 infatti, nonostante sia tutt’ora indagato per il presunto tentativo di ricatto a luci rosse ai vertici Mediaset, impugna infatti il nuovo licenziamento (del 31 ottobre scorso) davanti al Tribunale del lavoro di Milano e chiede in tutto 8 milioni e mezzo di euro all’azienda per danno morale, nonché per licenziamento ingiurioso e vessatorio.

Contro le modalità del suo licenziamento Emilio Fede si appella alla Legge Fornero (che però non è applicabile ai dirigenti come lui), al Contratto dei giornalisti e si lamenta persino che del suo allontanamento non sia stato informato il Cdr del Tg4.

E allora i suoi legali presentano un lungo ricorso, di 33 pagine, in cui si spiega che “A seguito di tale risoluzione in tronco al ricorrente non è stato concesso nemmeno l’accesso all’ufficio per il recupero dei propri effetti personali, per accomiatarsi da colleghi e collaboratori, con il divieto infine di varcare perfino i confini dell’azienda”.

E qui entra in gioco la Costituzione. Nel ricorso si legge: “Inoltre, come è noto, gli è stata tolta anche la casa di Milano2, con lesione di un diritto costituzionalmente riconosciuto, l’autista e la vettura aziendale che, considerata l’età e i disturbi deambulatori del ricorrente ha comportato una sorta di immobilizzo pressoché totale del ricorrente stesso, e quindi la segretaria storica, la carta di credito, nonché la possibilità di avvalersi del check up gratuito annuale presso il San Raffaele. Infine, lo stipendio pari a 750 mila euro l’anno”.

La richiesta di danni. “Considerato la gravissima lesione dei diritti della personalità di un noto e stimato personaggio pubblico, ai danni della sua salute, chiediamo una cifra non inferiore ai 5 milioni di euro, somma che solo minimamente potrà ristorare il ricorrente dai pregiudizi subiti”.