Giappone, endocrinologi: “Nessun rischio dalla nube radioattiva sull’Italia”

Pubblicato il 23 Marzo 2011 - 19:19 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Non c’è “nessun rischio di contaminazione” per la popolazione italiana a seguito “dell’imminente transito sull’Italia di una nube contenente particelle radioattive scaturita” dall’incidente nucleare in Giappone.

La centrale di Fukushima dopo lo tsunami

Lo affermano, in una nota congiunta, l’Associazione medici endocrinologi (Ame), l’Associazione italiana medicina nucleare (Aimn) e l’Associazione italiana tiroide (Ait). Non è quindi raccomandata, precisano, “alcuna misura terapeutica o preventiva, poiché il livello di radioattività è estremamente basso e non eccede in maniera significativa la normale esposizione ambientale”.

Le tre associazioni si soffermano anche sul rischio della popolazione giapponese esposta a radiazioni, e ricordano che le categorie più a rischio sono le donne in gravidanza e i bambini sotto i 10 anni, ma anche i pazienti affetti da insufficienza renale in terapia con dialisi.

“L’esperienza di Chernobyl – aggiungono Ame, Aimn e Ait – ci ha insegnato che i tumori della tiroide indotti dalle radiazioni compaiono dopo circa 10-20 anni. E’ necessaria, pertanto, anche se limitata alle sole zone esposte alla sorgente radioattiva, la sorveglianza medica per tutta la vita dei soggetti eventualmente contaminati”.