Ergastolo commutato in 30 anni: sei mafiosi scarcerati in sei giorni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Gennaio 2014 - 16:13 OLTRE 6 MESI FA
Ergastolo commutato in 30 anni: sei mafiosi scarcerati in sei giorni

Ergastolo commutato in 30 anni: sei mafiosi scarcerati in sei giorni

ROMA – Dopo Emanuele Zuppardo la Cassazione ha annullato altri 5 ergastoli a Giovanni Matranga, Francesco Mulė, Giuseppe Dainotti e Giulio Di Carlo e, in ultimo Andrea Ventura.

Oggi, giovedì 16 gennaio, la Cassazione, nonostante il parere contrario del Procuratore generale che aveva chiesto l’inammissibilità del suo ricorso, ha tramutato il carcere a vita in 30 anni di reclusione anche ad Andrea Ventura, killer di Catania, alleato con il clan Santapaola a Belpasso e San Pietro .

Ventura, che era assistito dall’avvocato Roberto Afeltra di Roma, è così il sesto ergastolano a beneficiare in appena 6 giorni della sentenza della Cassazione che commuta a 30 anni la pena di chi è stato condannato all’ergastolo ma ha chiesto il rito abbreviato fra il 26 gennaio e il 24 novembre 2000, rito introdotto dalla legge Carotti.

Una sentenza grazie alla quale potrebbero essere scarcerati anche i fratelli Savi e Marino Occhipinti della banda della Uno bianca.

Riporta Live Sicilia:

“Non sono più ergastolani Giovanni Matranga, Francesco Mulė, Giuseppe Dainotti e Giulio Di Carlo. E presto la stessa cosa avverrà per altri detenuti. Non si sa ancora quanti. Gente che in carcere ci sta da decenni. Dalla lupara bianca di Antonino Rizzuto, scomparso Palermo nel 1989, all’omicidio di un bidello di Piana degli Albanesi, Filippo Polizzi, avvenuto nello stesso anno, mentre l’uomo era in macchina: tutti gli episodi fanno parte della guerra di mafia degli anni Ottanta. Gli imputati erano stati tutti condannati con il rito abbreviato fra il 2 gennaio e il 23 novembre 2000.

La prima data è quella dell’entrata in vigore della legge Carotti che aveva disposto la sostituzione
dell’ergastolo con la pena di trent’anni. Il 23 novembre quella legge, però, fu superata da un decreto legislativo che all’articolo 7 sanciva il ritorno al passato. E cioè all’ergastolo. Nel 2009 la Corte europea diede ragione a un imputato italiano e la Cassazione gli ridusse la pena a trent’anni. Nei mesi scorsi, visto che sono aumentati i ricorsi davanti ai supremi giudici, la Corte costituzionale è intervenuta stabilendo, una volta e per tutte, che l’articolo 7 del decreto legislativo del 2000 è incostituzionale.

Tra i primi a beneficiare dei paletti giuridici fissati dalla Consulta sono stati Dainotti, Di Carlo,
Mulė e Matranga. Sono stati accolti i ricorsi degli avvocati Valentina e Marco Clementi, Antonino
Mormino e Vincenzo Zummo”.