Età 70 anni: fuori casa 10,30-18.00. Negozi 11 maggio, bar il 18. Non si viaggia tra Regioni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Aprile 2020 - 09:18 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus. Età 70 anni: fuori casa 10,30-18.00. Negozi 11 maggio, bar il 18. Non si viaggia tra Regioni

Età 70 anni: fuori casa 10,30-18.00. Negozi 11 maggio, bar il 18. Non si viaggia tra Regioni (Foto d’archivio Ansa)

ROMA – Età 70 anni e ovviamente oltre: ipotesi di una fascia temporale, di un pezzo di giornata nel quale potranno uscire di casa.

La fascia dovrebbe essere quella che va dalle 10,30 del mattino fino alle 18. 

Perché questa sorta di coprifuoco per chi ha 70 anni e più e perché proprio questa fascia oraria e non altra?

Sostanzialmente per ridurre al minimo la sovrapposizione tra coloro che vanno a lavorare e chi non ci va, gli anziani appunto.

L’obiettivo è quello di contenere al minimo possibile i contatti, quindi le possibilità di contrarre infezione da coronavirus, per la fascia di popolazione che più ne muore, gli anziani appunto (per meglio dire gli anziani con qualche altra patologia in corso).

Dunque in strada e fuori di casa anziani nelle ore in cui si pensa possano avere percorsi in parte diversi dal resto della popolazione, appunto la fascia oraria.

Il limite temporale fissato alle 18 somiglia però tanto ad un coprifuoco per gli anziani e solo per loro.

Più comprensibile la partenza del libero movimento alle 10,30 del mattino (dopo che il flusso di chi va a lavorare si è esaurito).

Qualora l’ipotesi fascia oraria per gli anziani diventasse realtà, multa per l’anziano fuori casa fuori orario?

Sia pure nella corsia temporale limitata a sette ore al giorno gli anziani riavrebbero la libertà, non piccola rispetto all’attuale lockdown, di rivedere (sia pure in mascherina e senza abbracci) parenti ed amici.

Sei ore di libera uscita per chi ha settanta anni. Ma limitazioni negli spostamenti per tutti: non si viaggia da Regione a Regione.

Si viaggia, ci si sposta da Comune a Comune. E questo dal 4 di maggio.

Negozi: slitta l’appuntamento del 4 maggio, slitta la riapertura della gran parte dei negozi fino all’11 maggio.

Con mascherina e gel e sanificazione merci e presumibilmente piccola fila perpetua all’ingresso.

Bar e ristoranti: appuntamento fissato al 18 di maggio per la riapertura.

Con protocolli e modalità d’uso e accesso (sanificazione continua, pochi per volta e distanziati nel tempo e nello spazio) che renderanno l’asporto la forma più praticata di consumo.

Questo il calendario che a più mani stanno scrivendo Conte, Colao, Speranza, Brusaferro e tanti altri (forse troppi).

Ma il calendario vero lo scrive lui, coronavirus. Ha ancora la penna in mano: 3.370 nuovi casi il 22 di aprile fanno un po’ a pugni con la riapertura fissata e attesa il 4 maggio.

Ma il 4 di maggio a coronavirus si forzerà la mano e si comincerà ad uscire.

Poi però l’ultima parola sarà ancora di coronavirus: è previsto e purtroppo atteso che dove il contagio rialzerà la testa saranno nuove Zone Rosse, cioè tutto chiuso e tutti a casa di nuovo.