Etna cratere Sud-Est: sei eruzioni in otto giorni, fase parossistica da record. La cenere fino a Palermo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Febbraio 2021 - 14:51 OLTRE 6 MESI FA
Etna cratere sud-est

Etna cratere sud-est, sei eruzioni in otto giorni (Ansa)

Etna cratere Sud-Est: sei eruzioni in otto giorni. “Attività vulcanica caratterizzata da degassamento e continua attività esplosiva dai crateri sommitali con eventuale formazione di nubi di cenere ed effusione lavica”.

Sono gli “scenari attesi” dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo di Catania sull’Etna contenuti nel bollettino settimanale sull’attività del vulcano sottolineando. Anche se “non è possibile escludere un’evoluzione dei fenomeni verso un’attività più energetica”.

Etna cratere Sud-Est: sei eruzioni in otto giorni, fase parossistica da record

E dunque, dopo una notte relativamente calma, si può fare il punto sui sei fenomeni in 8 giorni, tecnicamente la fase del parossismo vulcanico.

La fase cioè più pericolosa perché l’attività del vulcano è accompagnata da fenomeni sismici, piccole eruzioni e lancio di materiali di varia grandezza.

Per l’Etna un record, ma la situazione, nonostante l’instabilità del cratere sud-est, è abbastanza sotto controllo. Pericoli per le persone al momento si tende ad escluderli.

L’attività stromboliana con emissione di una fontana di lava ha superato ieri i 400 metri d’altezza, epicentro le due bocche aperte all’interno del cratere di Sud-Est dell’Etna, con emissione di cenere di lavica. 

Il vento, poi ha fatto volare la cenere fino a Palermo, all’improvviso coperta da una coltre grigia.
La colata lavica ha invaso la desertica Valle del Bove.

Il rapporto dell’Ingv

“Eventuali variazioni dei parametri monitorati – spiegano dall’Ingv-Oe di Catania – possono comportare una diversa evoluzione degli scenari di pericolosità sopra descritti.

Si sottolinea che le intrinseche e peculiari caratteristiche di alcune fenomenologie, proprie di un vulcano in frequente stato di attività e spesso con persistente stato di disequilibrio come l’Etna, possono verificarsi senza preannuncio o evolvere in maniera imprevista e rapida, implicando quindi un livello di pericolosità mai nullo”.

Questa la sintesi dello stato di attività dell’Etna riportata nel bollettino della settimana che va dal 15 a 21 febbraio. Alla luce dei dati di monitoraggio l’Ingv-Oe ha registrato sul piano vulcanologico questi fenomeni.

Episodi parossistici al Cratere di Sud-Est, separati da intervalli di relativa calma. Attività esplosiva intracraterica e degassamento dagli altri crateri sommitali.

Sul fronte sismologico: bassa attività da fratturazione; ampie e repentine variazioni dell’ampiezza del tremore correlate con le fasi di attività vulcanica. Infrasuono: elevata attività.

Deformazioni: variazioni contenute (0.1- 1 microradianti) durante le fasi parossisitiche. La rete Gps non ha registrato variazioni significative. Geochimica: il flusso di SO2 (anidride solforosa) si attesta su un livello medio, quello di HCl (acido cloridrico) è medio-alto e il flusso di CO2 (anidride carbonica) dal suolo resta su valori medi di degassamento.

La pressione parziale di CO2 disciolta non mostra variazioni significative. Il rapporto isotopico dell’elio si attesta su valori medio-alti. Da osservazioni satellitari di registra un’attività termica in area sommitale di livello elevato.