Ex marito stalker ucciso nel 2004, lei assolta: “Legittima difesa”

Pubblicato il 24 Ottobre 2012 - 12:28 OLTRE 6 MESI FA
Ucciso e gettato nel Tevere, assolta l’ex moglie: “Legittima difesa”

ROMA – “Legittima difesa dal marito violento“. La Corte d’assise ha assolto con formula piena Luciana Cristallo e Fabrizio Rubini per l’omicidio di Domenico Bruno a Roma, scrive il Corriere della Sera. Il corpo di Bruno, colpito da 12 coltellate, fu gettato nel Tevere e trovato ad Ostia.

L’imprenditore calabrese di 45 anni era l’ex marito della Cristallo e fu ucciso a coltellate nel febbraio 2004. Il pubblico ministero aveva chiesto l’ergastolo per la Cristallo ed il suo amante Rubini, ritenuto presunto complice, con l’accusa di omicidio volontario aggravato da premeditazione, ma la Corte d’assise ha emesso sentenza di piena assoluzione.

Il Corriere della Sera scrive:

“I fatti risalgono al 27 febbraio 2004, quando la donna aveva ammazzato il marito – sposato vent’anni prima e con il quale aveva avuto quattro figli – con 12 coltellate. L’amante l’aveva aiutata ad avvolgere il corpo della vittima in un tappeto, prima di buttarlo nel Tevere. Il suo cadavere venne ritrovato solo un mese dopo, su una spiaggia di Ostia, dove il mare restituì il suo corpo trafitto da numerose coltellate.

Il pm Elisabetta Ceniccola aveva chiesto l’ergastolo per entrambi perché, secondo la sua ricostruzione, Cristallo avrebbe agito premeditatamente. La Corte, invece, ha assolto la donna perché avrebbe agito per legittima difesa, mentre il suo compagno di allora, Fabrizio Rubini, doveva essere assolto per non aver commesso il fatto. L’occultamento di cadavere invece è andato prescritto”.

La Cristallo e Rubini dichiararono di aver agito per legittima difesa, sostenendo che l’ex moglie fosse vittima di “anni ed anni di violenze ed abusi” da parte di Bruno. Il Corriere della sera racconta poi la reazione della Cristallo alla lettura della sentenza:

“Al momento della lettura della sentenza, Luciana Cristallo era in aula ed è scoppiata in un pianto liberatorio: «È stata una liberazione. Ora potrò guardare con un peso meno grave i miei quattro figli – si è sfogata – Non volevo uccidere il loro padre, ma lui mi stava strangolando».