Expo, Boeri su Facebook: “Ho chiesto di giocare nel mio ruolo”

Pubblicato il 14 Luglio 2011 - 15:22 OLTRE 6 MESI FA

MILANO, 14 LUG – La partita dell’Expo 2015 a Milano ”e’ ancora lunga e bisogna recuperare un autogol”, per questo l’assessore del Comune di Milano alla Cultura e all’Esposizione universale Stefano Boeri ha bisogno della ”posizione giusta in campo”, di ”giocare nel mio ruolo” e per questo si e’ sacrificato su una ”posizione di principio, giusta e legittima” pur di non ”mettere in difficolta’ una squadra in cui credo”.
Con una metafora calcistica, il giorno dopo lo scontro nella Giunta sulla vicenda dell’accordo di programma per le aree Expo, Boeri e’ tornato a scrivere sulla sua bacheca su Facebook per spiegare e raccontare la concitata giornata di ieri a Palazzo Marino.

Il suo messaggio sul popolare social network, scritto intorno alla mezzanotte, ha avuto lo stesso successo (oltre cento commenti) registrato dal precedente ‘post’ pubblicato prima della riunione di Giunta che aveva mandato in fibrillazione la maggioranza in Comune.

”Oggi (ieri, ndr) mi e’ successo di rallentare su una posizione di principio, giusta e legittima, per non mettere in difficolta’ una squadra in cui credo e per la quale abbiamo dato tutti l’anima – scrive l’architetto -. La partita su Expo e’ ancora lunga e bisogna recuperare un autogol. Ma per farcela devo avere la posizione giusta in campo, giocare nel mio ruolo. E’ quello che fino ad oggi non ho avuto e che oggi ho chiesto. Con il vostro aiuto”.

L’assessore Boeri ha poi risposto, sempre sulla bacheca del suo profilo su Facebook, anche alle critiche arrivate dal vicesindaco del Comune di Milano Maria Grazia Guida che lo avrebbe redarguito proprio per il suo messaggio pre-Giunta sul social network. ”C’e’ chi dice che e’ un errore mettere su Facebook gli stati d’animo ‘in diretta’ dell’esperienza politica – scrive alle 10 di oggi l’assessore alla Cultura -. Leggendo i giornali di oggi mi e’ chiaro che sono gli stessi che, alla velocita’ senza censura della rete, continuano a preferire le veline cucinate ad hoc per la stampa”. Insomma, ”anche nella comunicazione si confrontano due modi di far politica”, e’ la sua conclusione. .