Ortisei, prigioniero tutta la notte in ovovia, sospeso a 200 metri di altezza: “Ho fumato e pregato”

Pubblicato il 14 Gennaio 2011 - 13:48 OLTRE 6 MESI FA

Una notte intera al freddo e sospeso a 200 metri di altezza, chiuso in un’ovovia. E’ la disavventura capitata tra il 11 e il 12 gennaio a Ezio Ongaro, 57 anni, cameriere originario di San Michele al Tagliamento (Venezia). Ongaro ha passato i tornelli, si è seduto e ha cominciato uno dei tanti viaggi verso le piste dell’impianto di Ortisei. Poi l’ovovia si è fermata, le luci si sono spente, le piste si sono svuotate. Il tutto mentre il cameriere era ancora a metà strada, sospeso in mezzo alle montagne. Per scendere ha dovuto aspettare le otto del mattino e la riapertura degli impianti.

“Ho fumato e pregato. Mi sono mosso per tutta la notte per evitare l’ipotermia ma soprattutto ho mantenuto la calma in un momento in cui chiunque avrebbe perso la testa” ha raccontato Ongaro una volta rimessi i piedi in terra. Il cameriere spiega di non volere soldi e che non farà causa per ottenere un risarcimento. Si arrabbia, però, quando qualcuno ipotizza che si sia intrufolato nell’ovovia fuori tempo massimo. il presidente dell’impianto «Mont Seuc», Werner Kostner, aveva infatti ipotizzato una salita in fase di chiusura.

“Sono una persona seria, non faccio colpi di testa. Sono entrato dall’ingresso comune e a dimostrarlo ci sono i riscontri dei tornelli che in quel momento erano ancora aperti. Se il presidente dell’impianto dice il contrario sono pronto a querelarlo”.

Ora l’attenzione si sposta su chi all’impianto lavorava. La procedura, infatti, prevede che a chiusura effettuata, le ovovie vengano controllate e pulite ad una ad una. Cosa, che, evidentemente non è accaduta.