Fabio Silvagni, sindaco di Marino, arrestato. Accusa: fece assumere in cambio di autorizzazioni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Aprile 2015 - 08:25 OLTRE 6 MESI FA
Fabio Silvagni, sindaco di Marino, arrestato. Accusa: fece assumere in cambio di autorizzazioni

Fabio Silvagni, sindaco di Marino, arrestato. Accusa: fece assumere in cambio di autorizzazioni (foto d’archivio)

ROMA – Arrestato Fabio Silvagni, il sindaco di Marino, comune vicino Roma. E’ accusato di aver fornito autorizzazioni speciali e di aver chiesto in cambio l’assunzione di persone da lui segnalate. Secondo l’accusa Silvagni avrebbe fornito l’autorizzazione per il cambio di destinazione d’uso di alcuni locali. In cambio le società che ne avrebbero beneficiato, avrebbero dato lavoro a persone segnalate dallo stesso sindaco. Insieme a Silvagni sono stati arrestati un dipendente comunale e tre imprenditori ritenuti responsabili a vario titolo, scrive l’Ansa, dei reati di corruzione e peculato.

Secondo l’accusa, scrive l’Ansa, Silvagni avrebbe favorito con la complicità di un dipendente comunale le iniziative imprenditoriali di una società del settore dei servizi per lo spettacolo e la ristorazione, concedendo in maniera illecita l’autorizzazione al cambio di destinazione d’uso di un immobile per realizzare un punto vendita di una nota catena commerciale di ristorazione, in cambio di assunzioni di persone da lui segnalate e di denaro sotto forma di sponsorizzazioni di eventi organizzati dal Comune.

Il Messaggero è prodigo di particolari sulla vicenda: “Il primo cittadino di Marino, secondo l’accusa, avrebbe favorito, con la complicità di un dipendente comunale, B.S. di 56 anni, le iniziative imprenditoriali di una società operante a livello nazionale nel settore dei servizi per lo spettacolo e della ristorazione, con sede legale in Roma, concedendo in maniera illecita l’autorizzazione al cambio di destinazione d’uso (da artigianale a commerciale) di un immobile sito nel comune di Marino, per la realizzazione di un punto vendita di una nota catena commerciale di ristorazione.

A fronte dei permessi necessari per avviare l’attività commerciale gli imprenditori, D.B. di anni 43 e G.T. di anni 40 – quest’ultimo appartenente alla sottosezione della Polizia Stradale di Albano Laziale e in aspettativa per malattia da circa un anno – hanno assunto nell’esercizio commerciale una ventina di persone segnalate dal sindaco, garantendogli così un indubbio ritorno in termini di peso politico ed elettorale. Le utilità non si sarebbero limitate ai posti di lavoro, ma avrebbero avuto a oggetto somme di denaro sotto forma di
sponsorizzazione di eventi organizzati dal Comune”.

Continua il Messaggero: “Contestualmente agli arresti, è stato posto sotto sequestro un immobile sito in Marino sede dell’attività commerciale con annesso parco giochi, del valore complessivo di circa tre milioni di euro. Dagli accertamenti condotti dall’Autorità giudiziaria con l’ausilio dei periti, il locale non è risultato conforme al piano regolatore generale del Comune di Marino”.

Il Messaggero parla anche delle altre accuse contro Silvagni: “Il primo cittadino viene anche ritenuto responsabile di un ulteriore episodio di corruzione in relazione ad un mandato di pagamento emesso dal comune di Marino per lavori appaltati dall’amministrazione ed effettuati da un’impresa edile locale. È stato possibile ricostruire il personale interessamento del sindaco per l’emissione da parte dei suoi uffici di un mandato di pagamento di una somma di 100.000 euro in favore dell’imprenditore marinese G.F., di anni 73, per lavori affidatigli dal Comune. In questo caso il sindaco, sempre secondo l’accusa, avrebbe personalmente beneficiato di una somma di denaro pari al 3% di quella liquidata all’imprenditore, suddivisa con il dipendente comunale B.S., suo complice.

Su tale fronte sono in corso accertamenti su lavori pubblici già eseguiti, finalizzati a verificare la regolarità delle relative procedure di appalto ed eventualmente se queste venissero in qualche modo «pilotate» in favore di imprenditori amici.

Sempre al sindaco viene contestata dalla Procura l’induzione indebita a corrispondere utilità a pubblico ufficiale sollecitando i vari imprenditori locali interessati a ottenere permessi di costruire, a versare all’Amministrazione Comunale la somma di euro 1.200 da utilizzare per finanziare le iniziative del Comune, in particolare feste e sagre, prospettando loro il diniego dei permessi in caso di mancata adesione alla richiesta. Anche in questo caso lo scopo del sindaco, come emergente dalle indagini, sarebbe quello di accrescere il proprio consenso elettorale.

Al sindaco viene infine contestato il reato di peculato poiché accusato di essersi, in più occasioni, appropriato per usi personali e con la complicità di alcuni dipendenti di una società del Comune di Marino, di carburante per la sua auto personale”.