Falconara Albanese (Cosenza): papà sindaco, figlia all’opposizione

di redazione Blitz
Pubblicato il 15 Giugno 2016 - 13:58 OLTRE 6 MESI FA
Falconara Albanese (Cosenza): papà sindaco, figlia all'opposizione

Falconara Albanese (Cosenza): papà sindaco, figlia all’opposizione

COSENZA – Il sindaco al terzo mandato e la figlia capo dell’opposizione. Succede a Falconara Albanese, provincia di Cosenza, protagonisti Ercole Conte e Valentina Conte. Lui si sta per insediare per la terza volta, un mandato che avrà la “dura” opposizione…della figlia. Una storia surreale che racconta Antonio Ricchio sul Corriere della Sera:

Quando giovedì sera Ercole Conti illustrerà le linee programmatiche del suo terzo mandato consecutivo da sindaco di Falconara Albanese (Cosenza), di fronte a sé, in qualità di leader dell’opposizione, troverà sua figlia Valentina. E così il confronto tutto in famiglia che già è andato in scena alle ultime elezioni, si riproporrà anche in Consiglio comunale. È una storia davvero singolare quella che riguarda questo piccolo centro abbarbicato sulla dorsale appenninica che domina la costa tirrenica e con una zona marina (Torremezzo) che è una delle mete turistiche più gettonate dai cosentini. Resa ancora più paradossale da un altro dato: gli altri due esponenti della minoranza eletti sono stretti congiunti di altrettanti rappresentanti della maggioranza.

Il ritiro dello sfidante. Le ironie dei detrattori del sindaco rieletto già si sprecano sull’intransigenza dell’opposizione nei prossimi cinque anni. Conti, comunque, tende a smontare le accuse di elezioni «aggiustate» a tavolino. Spiega il primo cittadino che a pochi giorni dalla presentazione delle liste si è praticamente ritrovato da solo. Il passo indietro del suo competitore annunciato, Sandro Nudo, ha fatto saltare ogni piano. «Con un unico candidato in campo — ragiona Conti — c’era il rischio che non raggiungessimo il quorum necessario per la validità delle elezioni, avremmo spianato la strada all’arrivo dei commissari. Così ho pensato che l’unica strada rimasta era quella di inserire i nostri familiari in una lista contrapposta alla nostra». Dei circa 1.600 aventi diritto al voto, infatti, circa 270 sono emigrati tra Usa e Canada, mentre altri 500 risiedono stabilmente fuori sede.