False cure “innovative” per malati di sclerosi e Parkinson: sei arresti a Terni

di redazione Blitz
Pubblicato il 28 Settembre 2016 - 06:40 OLTRE 6 MESI FA
False cure "innovative" per malati di sclerosi e Parkinson: sei arresti a Terni

False cure “innovative” per malati di sclerosi e Parkinson: sei arresti a Terni

TERNI – Sette settimane per permettere a malati di sclerosi multipla, artrite reumatoide e morbo di Parkinson di tornare a camminare grazie ad una cura “innovativa” a base di un mix di farmaci abbinata alla fisioterapia: è quanto prometteva il protocollo medico “Seven to stand”, risultato privo di basi scientifiche e messo a punto da una presunta associazione per delinquere finalizzata alla truffa scoperta a Terni dalla polizia.

Sei le persone arrestate (cinque in carcere e una ai domiciliari). Si tratta di Fabrizio De Silvestri, avvocato originario di Torino ma iscritto all’ordine di Rieti considerato dagli inquirenti l’ideatore e il capo dell’organizzazione, della compagna Annalisa Grasso, una fisioterapista reatina che operava nel centro estetico Forme di bellezza di Terni (di fatto centro logistico del gruppo, secondo l’accusa), del medico odontostomatologo ternano Pierluigi Proietti, direttore sanitario della stessa struttura dove veniva applicato il protocollo, e dell’ingegnere biomedico Edoardo Romani, che si sarebbe occupato del rifornimento dei farmaci e della massiccia pubblicità del programma terapeutico su internet.

In carcere è anche finito il titolare di una farmacia di Rieti, Giovanni Petrini, accusato di avere preparato il cocktail di farmaci, alcuni provenienti dalla Cina, seguendo le direttive dell’avvocato, mentre sono stati disposti i domiciliari nei confronti di Simone De Marco, che nel centro estetico lavorava come centralinista, autista e aiutante.

Secondo quanto accertato nel corso delle indagini, sono almeno 240 i pazienti provenienti da tutta Italia che, in due anni, si sarebbero affidati alle cure dell‘Università popolare Homo & Natura, un’associazione fondata da De Silvestri, che sarebbe, secondo gli investigatori, l’ideatore del protocollo spacciato come alternativo alla medicina ufficiale.

In realtà dietro al pagamento di somme che variavano tra i duemila e i quattromila euro ai pazienti sarebbero state somministrate per 45 giorni circa capsule contenenti un mix di antibiotici, antimicotici e statine ritenuto del tutto inefficace e in alcuni casi addirittura dannoso.

“Sono emersi circa 1.400 contatti telefonici di malati al numero verde dell’associazione e questo ci fa ritenere che il numero dei truffati possa essere maggiore di quello finora accertato” hanno detto il questore Carmine Belfiore e il procuratore della Repubblica Alberto Liguori. “L’attività – hanno aggiunto – era in espansione, anche verso Paesi esteri come la Romania”.

Il gruppo avrebbe promosso il proprio protocollo vantando riconoscimenti, anche dagli Stati Uniti, e registrazioni all’anagrafe di Centri di ricerca. Inserendo anche articoli pseudoscientifici sui siti internet che pubblicizzavano l’attività, accompagnati da titoli ad effetto (come “Sconfitta la sclerosi multipla”).