Falsifica il testamento dell'amico morto: indagato ginecologo

Pubblicato il 29 Febbraio 2012 - 19:54 OLTRE 6 MESI FA

BOLOGNA – Avrebbe falsificato il testamento di un amico morto, in modo da risultare il principale beneficiario di un importante patrimonio di appartamenti e beni, quasi 14 milioni, ora sequestrati dalla Finanza. Questa l'accusa che la Procura di Bologna ipotizza nei confronti di un ginecologo in pensione, 72 anni e residente in provincia, indagato per truffa aggravata ai danni dello Stato: proprio allo Stato, infatti, per il codice civile passa il patrimonio di chi muore senza lasciare eredi. Come nel caso di L.C., deceduto nel capoluogo emiliano a 83 anni nel 2009.

Le indagini, portate avanti dal nucleo di Polizia tributaria e coordinate dal pm Antonello Gustapane, erano partite da un esposto presentato dall'Arcidiocesi di Bologna, anch'essa indicata, a sua insaputa, come beneficiaria di una parte dei beni. Secondo gli investigatori la curia e' stata citata tra gli eredi per avvalorare la veridicita' delle carte. La difesa del medico, invece, su questo punto ribalta la versione.

Lui – ha spiegato il suo avvocato Paolo Trombetti – era l'esecutore e il testamento prevedeva che ''tutti gli immobili divenissero di proprieta' dell'Arcidiocesi''. Il legale non fa riferimento alla parte di eredita' che sarebbe spettata al ginecologo che invece, per l'accusa, e' quella principale.

I beni, su decreto del Gip Pasquale Gianniti, sono stati sottoposti a sequestro preventivo da parte della Finanza: 39 immobili (37 a Bologna, tra cui appartamenti di pregio nel centro storico e due nel confinante comune di San Lazzaro di Savena) per circa 11,5 milioni, oltre a conti correnti e depositi per altri 2,7 milioni, piu' due cassette di sicurezza il cui contenuto non e' ancora noto.

E' stato provato chi ha scritto il testamento, grazie ai file con la bozza del documento trovati nel pc dell'indagato durante una perquisizione in casa. Un documento datato 31 gennaio 2009, poi pubblicato nel febbraio 2010, e scoperto in casa del defunto. I file risultavano essere stati creati e modificati dopo la morte dell'ottantatreenne. In questo caso la diocesi risultava beneficiaria, insieme ad una parrocchia della provincia.

In un secondo testamento, lasciato il 14 febbraio 2010 nella cassetta delle offerte di una chiesa del centro, e annunciato da una telefonata anonima partita da una cabina telefonica di Comacchio, nel Ferrarese, parte dei beni venivano invece destinati proprio a quella chiesa. La lista dei beneficiari comprendeva anche persone che erano in affitto negli immobili sequestrati. L'autore di questo secondo atto e' una persona ancora da identificare e comunque il ginecologo non viene menzionato. In ogni caso, secondo un grafologo nominato consulente dalla Procura, entrambi i documenti erano falsi.

''La persona indagata altro non ha fatto se non dare esecuzione alla espressa volonta' del defunto, di cui era fraterno amico – ha chiarito l'avvocato Trombetti – di far giungere all'Arcidiocesi di Bologna tutto il suo patrimonio, in gran parte ereditato dalla moglie, per evitare che lo stesso, in mancanza di eredi legittimi, andasse disperso''.