ROMA – Nella Fase 2, quella che prevede che si avvi una convivenza ordinata con il coronavirus, le prime a ripartire saranno le aziende. Poi toccherà ai negozi, ai bar e ai ristoranti e infine ai luoghi di divertimento e di sport come discoteche, cinema e palestre.
Nelle intenzioni del governo potrebbe essere questo lo scaglionamento delle riaperture anche se sul calendario nulla è ancora deciso.
Per concedere il via libera deve esserci l’ok degli scienziati. La cosa principale da evitare e che le persone tornino a circolare liberamente, vanificando la lotta sin qui fatta contro il coronavirus.
Appare quindi concreta la possibilità di procedere con un piano differenziato da concordare con i presidenti di regione, mantenendo in un primo momento il divieto di spostarsi da una Regione all’altra.
Le regioni, come fatto anche ora con le riaperture delle librerie e dei negozi di abbigliamento per bambini, potranno inoltre decidere di posticipare le aperture di alcuni settori e di alcune attività produttive.
La riapertura, come detto, comincia dalle aziende. Le prime a riaprire saranno quelle che nella tabella dell’Inail hanno un livello di rischio per i dipendenti più basso. Già da mercoledì 22 aprile potrebbero ripartire alcune imprese che dovranno seguire delle norme stringenti . L’elenco lo riassume il Corriere della Sera: “Distanziamento di almeno un metro, dotazione di dispositivi di protezione come guanti e mascherine, pulizia due volte al giorno, dispenser di disinfettanti agli ingressi e vicino ai computer, sanificazione dei sistemi di areazione, smart working per il maggior numero di dipendenti, orari differenziati per gli altri”.
Tra i settori che riapriranno c’è la moda, il tessile, la produzione di autoveicoli e motocicli, il trattamento dei rifiuti. Poi sarà la volta dei cantieri, delle cave, delle agenzie interinali.
I negozi riapriranno in un secondo momento e dovranno evitare qualsiasi tipo di assembramento. Per questo si dovranno scaglionare gli ingressi: un cliente e due lavoratori per un locale di 40 metri quadri, se più piccolo massimo due persone all’interno. Entrata e uscita separate se più grandi.
I negozi di parrucchiere ed estetica potranno lavorare invece soltanto su appuntamento. Il rapporto sarà un dipendente per un cliente. Per lavorare, bisognerà dotarsi di dispositivi simili a quelli utilizzati negli studi medici e si dovranno sterlizzare gli strumenti del lavoro al termine di ogni utilizzo.
Toccherà poi ai bar e i ristoranti che verrano sottoposti ad una vera e proprio rivoluzione. Queste strutture dovranno essere completamente riorganizzate. Lo scopo è mantenere un distanziamento che va ben oltre il metro per i posti a sedere e anche per chi si avvicina al bancone. Inoltre si dovrà prevedere una sorta di “corridoio” di sicurezza.
L’ipotesi più ottimistica parla di prime riaperture l’11 maggio, ma sono in molti a ritenere che sia troppo presto. L’ipotesi è che si possa effettuare una classificazione per zone d’Italia e comunque prevedere una minima capienza dovuta al distanziamento. Bisognerà capire chi però ce la farà a mantenere alti gli incassi in una situazione del genere.
Cinema e teatri. Si sta discutendo anche dell’alto rischio previsto nelle “attività artistiche e di intrattenimento”. Queste vengono viste come attività con pericolosità alta, esattamente come le sale giochi e gli altri luoghi per eventi pubblici.
C’è chi ritiene opportuno rinviare la ripresa direttamente a settembre, chi pensa invece di consentire le arene all’aperto in modo da sostenere il settore sia pur con un distanziamento ampio per i posti a sedere. La vendita dei biglietti sarà in questo caso solo online.
Da affrontare ci sarà poi il nodo palestre. Anche per questo settore il livello di pericolo è massimo. Non è però scontato che rimangano chiuse: il via libera al ritorno in attività potrebbe essere permesso solo consentendo il distanziamento tra le persone e dunque ipotizzando esclusivamente allenamenti o lezioni individuali. In ogni caso, se questo sarà impossibile, bisognerà evitare che i giovani possano stare molto vicini e diventare veicolo di contagio.
Infine le discoteche: appare chiaro che almeno fino a quest’estate non saranno consentite le riaperture (fonte: Corriere della Sera).