Fase 2: la chiave sarà l’isolamento domiciliare (positivi e familiari). Torneranno le zone rosse

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Aprile 2020 - 13:52 OLTRE 6 MESI FA
Fase 2: la chiave sarà l'isolamento domiciliare (positivi e familiari). Torneranno le zone rosse

Fase 2, le istruzioni dell’Istituto superiore di sanità (Ansa)

ROMA – “Nella fase 2 l’isolamento domiciliare è la frontiera su cui intervenire. Il contact tracing consente di individuare i contatti stretti e metterle in quarantena. Chi convive ci entra in automatico”.

Fase 2, la chiave sarà l’isolamento domiciliare

Lo ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, durante il punto stampa all’Istituto superiore di sanità (Iss) sull’andamento dell’epidemia.

“L’isolamento domiciliare – ha aggiunto il direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità Gianni Rezza – è un tema che tocca tutti. In Cina è stato affrontato in modo diverso, i malati e i contatti sono stati portati in strutture apposite, con le buone o con le cattive. Da noi non è possibile, ci si basa soprattutto sull’isolamento domiciliare. C’è anche un problema di disponibilità di queste strutture. Chiaramente comporta un rischio maggiore di trasmissione intrafamiliare. Bisogna essere molto disciplinati nelle rigorose regole che questo comporta”.

Le zone rosse torneranno con la fine del lockdown

I test permetteranno di convivere con il virus e in particolare con il livello di contagiosità R sotto 1. Nella fase 2 sarà importante rafforzare soprattutto il controllo del territorio con l’identificazione rapida dei focolai, test, rintraccio e isolamento dei contatti e azioni di contenimento ed eventuale creazione di zone rosse.

Che torneranno ad essere una delle misure importanti quando non ci sarà più il lockdown del paese. Non c’è nessun picco nella curva dell’epidemia, ha evidenziato l’epidemiologo Giovanni Rezza: “Si è trattato di un picco artificioso, generato dal lockdown”.

Istat: a marzo +20% di decessi rispetto alla media

Un “aumento dei morti pari o superiore al 20% nel periodo 1 marzo- 4 aprile 2020 rispetto al dato medio dello stesso periodo degli anni 2015-2019” è stato rilevato dall’Istat in un’aggiornamento dei dati “anticipatori parziali relativi a una lista di Comuni che viene ampliata settimanalmente e che in alcun modo possono essere considerati un campione rappresentativo della intera popolazione italiana”.

Si tratta della terza diffusione di questi dati relativa ad una selezione di 1.689 Comuni. Il maggiore incremento dei decessi riguarda gli uomini e le persone maggiori di 74 anni di età. Le differenze tra i generi sono particolarmente accentuate nei più anziani residenti al Nord, per gli uomini infatti si osserva un incremento dei decessi del 158% a fronte del 105% per le donne, nella classe di età 75 e più. (fonti Ansa, Istat, Iss e Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev)