Il Fatto torna a La Maddalena: “Milioni spesi con la scusa dell’urgenza”

Pubblicato il 27 Aprile 2012 - 14:12 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La formula è già stata sperimentata e già applicata nella bonifica e nei lavori de La Maddalena per il G8. Un evento fantasma: alla fine, l’allora premier Silvio Berlusconi, spostò tutto a L’Aquila “per stare vicino alle popolazioni terremotate”. I lavori però non si fermarono. Il Fatto Quotidiano, grazie a Claudia Zuncheddu, consigliere sardo di Sardigna Libera, e al supporto dei suoi legali (Luigi Azzena e Renato Margelli) ha potuto spulciare le carte “desecretate” della Protezione civile.

Scrive il Fatto: “Il giochino era era così: io responsabile indico un termine ultimo per la consegna del lavoro, tu azienda accetti l’incarico e fissi un prezzo (alto) per eseguirlo. Io accetto, anche se il preventivo è fuori mercato. A ridosso del “chiavi in mano”, ops, l’azienda scopre di non poter portare a termine “per cause non previste e non prevedibili”. Non c’è problema, ecco altro tempo e altrettanti soldi. Un esempio pratico? Sui lotti 8 e 9, i due interessati dalla procedura attivata dalla Zuncheddu, la tempistica la fa da padrone. Il 7 luglio 2008 la struttura mette a disposizione un progetto dell’opera, senza studio dei costi e computometrico.

Tre giorni dopo il progetto riceve l’approvazione tecnica; il 12 luglio arriva l’ok; il 14, una sola settimana dopo, viene “individuato” (come e perché non è dato sapere) un contraente che, dopo attento studio del progetto e sopralluogo, predispone un’offerta economica e lo invia alla Struttura di Missione. Bastano ventiquattr’ore e il tutto è approvato. Attenzione: chi firma è Angelo Balducci (lui come tutti gli altri coinvolti, non è sotto processo per questi appalti che sono rimasti fuori dal processo di Perugia).

Il 21 luglio c’è la consegna del cantiere; l’8 agosto si firma l’appalto, con un simbolico e generalizzato taglio del 5 per cento dell’ingente offerta. C’è un termine strettissimo per la consegna dei lavori.Il 30 agosto si sottoscrive un atto con il quale, dopo poche settimane di lavori, viene concesso un notevolissimo allungamento dei tempi e un consistente aumento dei costi. I lavori che inizialmente dovevano terminare il 30 agosto, vengono posticipati a novembre una parte, marzo dell’anno successivo l’altra. Arrivano ulteriori finanziamenti. Fino a raggiungere cifre che superano i 20 milioni di euro.

Il risultato? L’importo complessivo sugli interventi per i 14 lotti totali è stato incrementato del 44,2 per cento, raggiungendo la somma di quasi 411 milioni di euro. Si partiva da 270. Con dati che ancora oggi non tornano. Dalle somme investite, al flusso dei trasporti, fino alle percentuali tra rifiuti pericolosi e meno nocivi. Guido Bertolaso, a capo della spedizione, ha sempre parlato di uno smaltimento pari a 63 mila tonnellate di scorie e veleni. Dai documenti ufficiali si scopre che sono 74 mila.