Febbre del Nilo, sospetto caso a Mantova: è una ragazza di 27 anni

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Ottobre 2016 - 12:36 OLTRE 6 MESI FA
Febbre del Nilo, sospetto caso a Mantova: è una ragazza di 27 anni

Febbre del Nilo, sospetto caso a Mantova: è una ragazza di 27 anni

MANTOVA – Ancora febbre gialla del Nilo, due casi in provincia di Mantova. Una ragazza di 27 anni è ricoverata per un’encefalite che secondo i medici sarebbe conseguenza del West Nile Virus, ossia il virus del Nilo occidentale. Scrive la Gazzetta di Mantova:

Potrebbe, perché le analisi sono ancora in corso: un campione di sangue è stato inviato per gli esami nei laboratori di un centro ospedaliero milanese specializzato in malattie neurologiche. Sarebbero almeno tre i casi di febbre del Nilo che sono stati rilevati in provincia di Mantova dall’inizio dell’estate e fino alla data del 23 settembre. Quello della ragazza ricoverata sabato sarebbe, se confermato come caso di febbre del Nilo, il quarto.

La ragazza era corsa in ospedale con febbre alta, forte mal di testa, debolezza e una sensazione di confusione. Confermata dai medici l’encefalite, la ragazza dopo le prime cure è migliorata e ora resta da capire se tutto sia da collegare al virus della febbre del Nilo.

Recentemente un caso anche a Cremona. Le analisi eseguite dall’ospedale San Matteo di Pavia hanno stabilito che l’uomo di 63 anni ricoverato ormai da quasi un mese all’ospedale di Cremona, ora fuori pericolo, non è stato colpito da meningite ma da ‘febbre del Nilo’. E’ degente nel reparto di Medicina per l’inizio della riabilitazione dopo settimane trascorse in osservazione tra il nucleo di Malattie infettive e il reparto di Terapie intensive, trasmessa da una zanzara.

E’ il primo caso accertato nel capoluogo e il secondo in provincia di Cremona. “Al primo blocco di analisi – spiega l’Asst – il virus non era emerso: il test era risultato negativo sia per quanto riguarda la presenza del virus stesso sia per quanto concerne la presenza degli anticorpi. E’ uno scenario insolito, ma che può verificarsi quando, come nel caso specifico, il virus rimane presente, e quindi riscontrabile, solo per pochi giorni e gli anticorpi, invece, non si sono ancora sviluppati”.