Pertini, altro scambio di provette. Donna incinta di embrione non suo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Giugno 2014 - 19:05 OLTRE 6 MESI FA
Fecondazione, altro scambio al Pertini. Donna incinta di embrione non suo

Fecondazione, altro scambio al Pertini. Donna incinta di embrione non suo

ROMA – L’ospedale Sandro Pertini torna nella bufera per un nuovo scambio di embrioni. Dopo il “pasticcio” di aprile, quando gli embrioni di due coppie erano scambiati per errore, scoppia un nuovo caso. Questa volta, racconta Repubblica, ad andarci di mezzo è una coppia di Napoli, Giacomo e Maria. I due, una volta scoperta la verità, hanno chiesto un risarcimento da un milione di euro.

Giacomo, Giacomo 47 anni, funzionario postale, Maria, 43 anni, casalinga. Sposati da 10 anni. Non riescono ad avere figli. Sono cattolici e prima di affidarsi alla medicina ci pensano a lungo. Alla fine vince il desiderio di avere un figlio e i  due si rivolgono al Pertini. Tutto sembra andare benissimo: l’inseminazione è un successo. Poi, però, durante un normale controllo, la scoperta.

Scrive Repubblica:

“Ci viene consigliato – racconta la coppia – di sottoporre il feto all’amniocentesi, data anche la nostra non più giovane età. E così, quasi per caso, scopriamo quello che qualsiasi genitore non avrebbe mai voluto scoprire. L’esito dell’esame diagnostico effettuato al San Camillo non evidenziava alcun tipo di malformazione, ma l’esame del liquido amniotico sottolineava un profilo genetico del feto non compatibile con quello della madre. In poche parole, era certo che l’embrione impiantato non era quello frutto della fecondazione dell’ovulo di mia moglie.

E se la madre è ignota… Figuriamoci il padre, ci è stata consigliata una indagine genetica più approfondita, ma non vorrei neppure pensare che il mio seme abbia fecondato l’ovulo di un’altra donna – ha continuato Giacomo – I medici ci hanno messo davanti ad una scelta. Avevamo sette giorni di tempo per decidere se tenere quella che avevamo scoperto essere una bambina, oppure effettuare un aborto terapeutico. Ma abortire ci è sembrato un delitto a tutti gli effetti. Non ci importa di sapere chi siano i genitori, ora mia moglie è al sesto mese e anche se a maggio abbiamo scoperto che il profilo genetico della nostra bimba non corrisponde né al mio né a quello di mia moglie la nostra bambina avrà un padre e una madre che si prenderanno cura di lei”.

Per il Pertini, il cui centro di fecondazione era stato chiuso dopo il primo “incidente” i guai sembrano destinati a non finire.