Federico Leonelli voleva filmare la decapitazione di Oksana Martseniuk

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Agosto 2014 - 13:55 OLTRE 6 MESI FA
Federico Leonelli voleva filmare la decapitazione di Oksana Martseniuk

Foto Ansa

ROMA – Federico Leonelli avrebbe voluto filmare la decapitazione di Oksana Martseniuk. Questa l’ipotesi al vaglio degli inquirenti che in queste ore stanno analizzando lo smartphone di Leonelli a caccia di tracce e particolari.

Stefano Vladovich scrive sul Giornale:

“Un video con la decapitazione. Mentre si accendono le polemiche sull’esatta dinamica della tragica sparatoria, il telefonino del killer dell’Eur, uno smartphone , è da ore al vaglio degli inquirenti. Si cercano immagini e filmati utili per capire se Federico Leonelli avesse premeditato o no l’omicidio, come sembra sin dalle prime battute dell’indagine. In particolare se avesse intenzione di lanciare in «rete» la sequenza con il colpo di mannaia sferrato con ferocia sul collo di Oksana Martseniuk, la domestica ucraina di 38 anni uccisa domenica”.

La donna aveva paura di Leonelli e a scatenare la furia omicida sarebbe stato un sms che Oksana spedì al padrone di casa per segnalare gli strani comportamenti dell’uomo:

“Nel messaggio la donna spiegava all’uomo di avere paura di Federico, un personaggio strano che maneggiava spesso, troppo spesso, coltelli. Sms che, evidentemente, Leonelli deve aver letto. Da questo, sempre secondo una ipotesi investigativa, la decisione di eliminare la donna. E così si spiegherebbe anche l’accuratezza usata per evitare ogni «contaminazione». Come un esperto del Ris o della polizia scientifica, difatti, Leonelli si era coperto con una mimetica facendo attenzione a non sporcarsi nemmeno i peli della barba. Ecco giustificata la mascherina filtro bianca utilizzata in ambienti sterili”.

Intanto si ricostruisce la dinamica di quanto accaduto:

“Sempre secondo il racconto dei poliziotti intervenuti sul posto e dei vigili del fuoco, Leonelli apre improvvisamente la porta del piano rialzato (rispetto al cortile) con la mannaia insanguinata in mano. E avanza, minaccioso, verso gli uomini in divisa, «tirando fendenti a destra e sinistra» scrivono gli agenti sui primi rapporti. Questi aprono il fuoco mirando alle gambe. Dai sei agli otto colpi dalle pistole calibro 9 di ordinanza secondo la perizia avvenuta sul luogo del duplice omicidio.

Leonelli, nel frattempo (sono istanti) scende, correndo, le scale avventandosi sugli agenti. È in questa circostanza che un colpo, uno degli ultimi esplosi, lo colpisce in pieno petto, al torace e non al cuore, ferendolo mortalmente. L’uomo ha ancora la forza di camminare, cerca scampo verso la propria auto posteggiata in giardino. E si spiegherebbero i due fori sul parabrezza. Poi si accascia prima di essere soccorso e trasportato in ospedale”.