Ferdinando Lazzaro, imprenditore aggredito dai No Tav: “Sono come i mafiosi”

Pubblicato il 30 Giugno 2011 - 11:51 OLTRE 6 MESI FA

SUSA – I lavori dell’Alta Velocità Torino-Lione sono cominciati e i No Tav hanno aggredito Ferdinando Lazzaro, titolare della Italcoge di Susa, azienda che si occupa della recinzione del cantiere. Lazzaro, intervistato da Massimo Numa per La Stampa, ha detto che l’aggressione (che gli è costata anche una microfrattura al gomito) è stata solo l’apice dell’atmosfera minatoria che lo circonda da mesi: “da quanto s’è capito che avremmo avuto, per le caratteristiche dell’azienda, la possibilità di lavorare per la Tav, che subisco minacce d’ogni genere. Altro che mafia. Mi scrivono lettere anonime: “Calabrese, mafioso”.

Da allora, ha detto, “ho consegnato ai carabinieri tutte le lettere di minaccia, ho segnalato ogni situazione di pericolo, perché, ripeto, non voglio farmi intimidire da nessuno, nemmeno dai No Tav. Mi hanno bloccato la macchina, non mi lasciavano entrare nel cortile dell’azienda”

Secondo Lazzaro (che è di origini calabresi), quella dei No Tav, “è la stessa logica della mafia o delle sette di fanatici, applicata cinicamente in Val Susa contro chi ha scelto di non opporsi al progetto della Tav. Prima ti fanno il vuoto attorno, poi cercano di distruggerti”.

Nonostante tutte queste minacce, Lazzaro ha ribadito che tirerà dritto: “Non intendo farmi intimidire e il cantiere va avanti, ci lavorano già 50 operai, la nostra azienda è in crisi e questo appalto, per noi, è importantissimo”.