Fermo, autopsia migrante ucciso: un solo pugno, nessun paletto

di redazione Blitz
Pubblicato il 8 Luglio 2016 - 23:18| Aggiornato il 9 Luglio 2016 OLTRE 6 MESI FA
Fermo, autopsia migrante ucciso: può essere stato omicidio o legittima difesa

Fermo, autopsia migrante ucciso: può essere stato omicidio o legittima difesa

FERMO – Un solo pugno tra la mandibola e il labbro inferiore forte ma non fortissimo, una pesante rima di frattura la cranio provocata probabilmente da una caduta a terra: sono alcuni degli elementi emersi dall’autopsia eseguita sul corpo di Emmanuel Chibi Namdi, il profugo nigeriano di 36 anni morto dopo un pugno ricevuto dall’ultras Amedeo Mancini, di 39 anni.

Autopsia decisiva per il seguito dell’inchiesta, sia per la Procura di Fermo che procede per omicidio preterintenzionale con l’aggravante razzista, sia per il legale di Mancini, l’avvocato Francesco De Minicis, che sostiene la tesi della legittima difesa.

Due tesi che si sono contrapposte in due diverse ricostruzioni, anche se ora è indebolita quella della compagna di Emmanuel, secondo la quale il nigeriano sarebbe stato colpito da Mancini con un paletto mobile della segnaletica stradale, e poi preso a pugni. Un solo pugno – ha rivelato l’autopsia – e il corpo quasi integro, a parte un’abrasione, un’ematoma e segni di unghiate.

Stando alle testimonianze raccolte dalla Procura, Emmanuel invece avrebbe lanciato il paletto contro l’italiano come reazione agli insulti razzisti (“scimmia africana”) rivolti alla donna. E sempre stando all’accusa, Mancini, che nell’ordinanza di fermo viene definito un “soggetto altamente pericoloso per effetto della sua natura violenta e aggressiva”, avrebbe sferrato il pugno mortale ad Emmanuel quando, terminata la colluttazione, il migrante e la sua compagna si stavano già allontanando.

Mancini, da molti ritenuto vicino agli ambienti della destra estrema, anche se al suo legale ha negato qualunque affiliazione politica, è stato sottoposto ad accertamento irripetibile su alcuni ematomi presenti sul costato e su un braccio, a dimostrazione, secondo la difesa, che sarebbe stato lui ad essere aggredito.

Intanto spunta una foto sui drammatici momenti dopo la colluttazione: Emmanuel con una maglietta viola è seduto sul marciapiede circondato da amici, la sua compagna Chinyery è in piedi davanti a lui, mentre in primo piano si vede Mancini, con il volto teso e una mano sul braccio sinistro.

I funerali del migrante potrebbero essere celebrati domenica, una volta che il corpo sarà restituito alla famiglia.