Ferrara, il vescovo: “Piazza Duomo un postribolo”. E chiede cancelli anti-movida

Pubblicato il 8 Luglio 2013 - 06:31 OLTRE 6 MESI FA
Ferrara, il vescovo: "Piazza Duomo un postribolo".

Il Duomo di Ferrara

FERRARA — Il vescovo di Ferrara Luigi Negri chiede dei cancelli anti-movida che impediscano, la notte, di trasformare piazza Duomo in un “postribolo”. “Tornavo a casa alle tre di notte — racconta a Repubblica il vescovo — e ho visto persone intente in atti di promiscuità. Ho visto scene di sesso fra due ragazzi e un gruppo, evidentemente ubriaco, coinvolto in atteggiamenti orgiastici. Io non ho mai visto un postribolo, ma l’idea era quella”.

Il racconto risale al 28 giugno scorso in un’intervista pubblicata da La Voce, settimanale cattolico di informazione. La notizia è stata ripresa poi  da La Nuova Ferrara con un titolo ad effetto: “Il vescovo contro la movida. Piazza Duomo non è un postribolo”.
Jenner Meletti di Repubblica ha intervistato il vescovo, arrivato in città tre mesi fa dal Titano:
“Certamente non consentirò più — dice il vescovo al settimanale della Curia — che la piazza della cattedrale, corpo unico con la cattedrale stessa e quindi nella piena disponibilità della Chiesa di Ferrara-Comacchio, possa servire a queste vicende che sono un postribolo a cielo aperto”. Non solo. Il vescovo attacca quella ‘generazione adulta, e addirittura le istituzioni, che consentono a centinaia o migliaia di giovani di bruciare la loro vita, quasi tutte le notti, in enormi sbronze di alcol e droga’. Insomma, basta con queste Sodoma e Gomorra sul sacro sagrato, basta con le notti di perdizione. E per fare sì che le parole non restino tali arriva l’annuncio: ‘Vedremo cosa diranno il prefetto, il questore, il sindaco e tutte le autorità, ma adotterò un intervento drastico: la recinzione della parte della piazza antistante l’ingresso del Duomo’”.
Insomma, dopo il parroco di Mestre che ha assunto due buttafuori per allontanare i barboni e gli accattoni dalla sua chiesa, arriva il Monsignore che vuole i cancelli anti-movida:
“Monsignor Luigi Negri, ciellino, ne ha per tutti. Attacca quei cattolici impegnati in politica che sono legati ai «valori non negoziabili in modo sempre più flebile». Dice che a Ferrara c’è ‘una Chiesa del silenzio che non è stata l’esito di un totalitarismo pesante ma si è autosilenziata’. I cattolici impegnati in politica nella città estense non mancano e restano allibiti. Il sindaco Tiziano Tagliani — pd ex Margherita, già impegnato nell’Azione Cattolica — ricorda alla Curia di  ‘essere il primo sindaco cattolico di Ferrara’.. Cita il Vangelo, nella risposta al vescovo. ‘La messe è tanta e i lavoratori sono pochi. Almeno si lavori assieme”‘.
Il sindaco di Ferrara ha risposto alla Curia sul problema movida-giovani:
“‘Affermare che la movida è un postribolo — dice oggi il sindaco — significa creare una categoria unica e negativa dei giovani. Certo, ci sono i maleducati e gli imbecilli che non vanno certo giustificati ma solo con una forzatura la società giovane di Ferrara può essere descritta come presa dall’alcol e dalla droga. Di postriboli in Italia ce ne sono ben altri e di ben più alto livello. I problemi dei giovani — io ho tre figlifra i 18 ed i 24 anni e 9 nipoti della stessa età — sono tanti e sono seri: si chiedono ad esempio se abbia senso studiare in un contesto di disoccupazione enorme e per questo vivono una frustrazione pesante. Se la Curia vuole mettere una recinzione, con il permesso della Sovrintendenza, la metta pure. Ma siamo sicuri che allontanare di cinque o sei metri i giovani dalla facciata del Duomo sia la soluzione del problema? Servono nuove porte aperte, non cancelli. Per questo, proprio in queste ore, ho inviato una lettera alla Pastorale giovanile e al rettore dell’università per studiare assieme un progetto che ci permetta di affrontare i veri problemi dei nostri ragazzi'”.
“La statua di Girolamo Savonarola, ‘in tempi corrotti e servili / dei vizi e dei tiranni / fustigatore’ guarda dall’alto ferraresi e turisti. Basta percorrere corso Martiri della libertà, con i negozi che occupano il piano terra del palazzo vescovile e infilarsi nella fresca via Guglielmo degli Adelardi, per avere conferma del titolo della Nuova Ferrara: ‘I bar della movida sono della Curia’. L’Agorà, che è proprio a fianco della cattedrale, ha uno “spillatore” di birra all’aperto. Apre alle 18, chiude alle 2,30. Gli altri esercenti dicono: qui è tutto dei preti”.
“La Curia conferma: ‘Come diocesi abbiamo due piccoli locali, di 15 e 24 metri quadrati, che pagano 700 euro al mese cadauno. Il Sostentamento del clero ha tre locali, che pagano 14 euro mensili al metro quadro’. Il vescovo Luigi Negri forse non sapeva di essere padrone della movida e non si arrende. ‘Mi sto informando — ha dichiarato — su come si possano rescindere certi contratti che non condivido. Dirò di più: stiamo tentando di chiudere alcuni di questi locali’. All’osteria Al Brindisi, in via Adelardi, per ora sono tranquilli. Sui tavoli una tovaglietta di carta racconta la storia antica del locale, aperto nel 1435.’Qui sopra abitava Niccolò Copernico, laureatosi a Ferrara nel 1503. Nel 1973 il cardinale primate di Polonia, Wiszinsky, passò dall’osteria per visitare le stanze di Copernico. Ed era accompagnato da Karol Wojtyla, che è diventato Papa e sarà Santo”‘.
“Si sentono protetti. Per mercoledì prossimo (nel giorno della settimana in cui gli universitari — sono sedicimila, per la metà fuorisede — si trovano in piazza della cattedrale) gruppi di studenti stanno preparando, via Facebook, il ‘Postribolo Night’. ‘Vogliamo — racconta Alessandro Balboni, uno degli organizzatori — solo divertirci. E dimostrare che uno spritz, una birra e quattro risate non fanno male a nessunoì. Meglio comunque stare attenti. Alle 3 della notte il vescovo può tornare in curia”.