Fiat contro Fiom: “Sciopero per Italia-Germania”. 7 giorni dopo Pomigliano…

Pubblicato il 28 Giugno 2012 - 20:05 OLTRE 6 MESI FA

Sergio Marchionne (foto Lapresse)

VAL DI SANGRO – Scioperano nel giorno di Italia-Germania, la Fiat se ne accorge e li accusa di averlo fatto apposta: la Fiat ha puntato il dito contro la Fiom, accusandola di fare un uso strumentale del diritto alla protesta ad Atessa. Succede in questo paese della Val di Sangro, in Abruzzo, dove il sindacato ha proclamato uno stop di 4 ore proprio durante l’orario dell’attesissima semifinale di Euro 2012, la sera del 28 giugno. E’ passata appena una settimana dalla sentenza di Pomigliano d’Arco, che ha obbligato la Fiat a riassumere 145 lavoratori con tessera Fiom,

Sembra quasi che la Fiat non si sia lasciata sfuggire l’occasione di una contromossa così gustosa. Le implicazioni del singolo episodio della Sevel di Atessa non possono che giovare all’immagine dell’azienda, proprio nel giorno in cui l’amministratore delegato Sergio Marchionne, dalla Cina, ha rotto un silenzio durato sette giorni, intervenendo sulla sentenza di Pomigliano e liquidandola come “folklore locale”.

Nel pomeriggio Fiat Group ha diffuso un duro comunicato contro lo sciopero dei lavoratori Sevel nel quale si legge che: “La Fiom ha proclamato per oggi alla Sevel di Val di Sangro uno sciopero di quattro ore in coincidenza con lo svolgimento della semifinale del campionato europeo di calcio tra Italia e Germania, l’iniziativa viene ufficialmente presentata come un’azione di protesta contro la politica del governo e la riforma del mercato del lavoro ma la scelta dell’orario e la programmazione solo sul secondo turno non lasciano dubbi”.

“Si ripropone”, aggiunge l’azienda un film già visto in passato, quando guardare la partita di calcio era più importante che andare a lavorare”. Torino ricorda inoltre come “appena due giorni fa”, Fiom aveva già indetto uno sciopero con le stesse motivazioni e che l’adesione era stata inferiore al tre per cento sulla media dei tre turni. “Riteniamo doveroso prendere posizione contro questo uso assolutamente improprio e strumentale del diritto di sciopero”, stigmatizza Torino, “ci preoccupa questa condotta estremamente disinvolta della Fiom che, in un momento di grave difficoltà economica, mette la partita di calcio davanti alle esigenze produttive”.

Ma la Fiom, dal canto suo, rigetta le accuse. Il segretario provinciale Marco Di Rocco fa notare che lo stop del lavoro è stato indetto per 4 ore, dalle 18 alle 22 e non di sole due ore coincidenti con l’orario della partita. Contattato dal sito di informazione Giornalettismo per un chiarimento, il sindacato ha osservato come chi avesse voluto vedere la partita avrebbe potuto chiedere “un permesso, l’azienda ne ha concessi tanti”. “Non c’era bisogno di chiedere lo sciopero, e non certo di 4 ore e non pagato – è la risposta della Fiom di Chieti – considerato appunto che c’era la possibilità di prendere i permessi pagati”. Di certo c’è che accusare con un comunicato un intero sindacato, senza prova alcuna, non giova alla pace sociale di cui tanto parla la Fiat.