Figlio violentato, madre condannata: non lo controllò abbastanza

Pubblicato il 26 Ottobre 2011 - 19:11 OLTRE 6 MESI FA

BOLOGNA, 26 OTT – Il Tribunale di Bologna ha condannato a tre anni e quattro mesi per concorso in violenza sessuale per omesso controllo, la madre di un ragazzino, 15enne all'epoca dei fatti, che nel 2008 fu costretto a subire le attenzioni sessuali di una coppia. Il Pm Giuseppe Di Giorgio aveva chiesto una condanna a due anni. Il difensore avv.Gabriele Bordoni ha preannunciato appello: ''Ogni mia riflessione – ha detto – la consegnero' all'atto di appello e in quella sede sviluppero' tutte le critiche a questa sentenza''.

La madre e' stata cosi' condannata a una pena di poco inferiore all'uomo della coppia di molestatori, F.G., 57 anni, ex collaboratore di giustizia con vari precedenti, condannato con il rito abbreviato a quattro anni di carcere, e superiore a quella della compagna, due anni con la condizionale, una 39enne incensurata. Entrambi di origine calabrese ma da anni residenti a Bologna. I

Due secondo l'accusa (le indagini vennero svolte dalla squadra mobile) si facevano affidare i figli da coppie amici di famiglia poi, cercando di convincerli che 'i rapporti sessuali fra adulti e bambini sono normali', avrebbero abusato di loro. Per l'accusa, in un'occasione avrebbero compiuto abusi su una bambina di sette anni, e altre tre volte sul quindicenne; in entrambi i casi figli di due coppie di amici che glieli avevano affidati per alcuni pomeriggi, perche' impegnati con il lavoro. I fatti risalgono alla primavera 2008. Le indagini avevano accertato che non c'erano stati rapporti completi, ma pesanti attenzioni a sfondo sessuale. Secondo i due condannati (che vennero anche arrestati) pero' si era trattato di giochi innocenti.

La madre era stata presente ad un abuso. Secondo quanto sostenuto dall'avv.Bordoni pero' la donna sarebbe stata drogata con un farmaco dalla coppia. Anche il ragazzino quando ha riferito il fatto ha descritto la madre come con lo sguardo assente, inebetito. Il figlio aveva detto che quando sono successero gli atti la chiamo' e che lei lo guardo' con gli occhi fissi come se fosse morta. Bordoni aveva ricordato anche che la madre e' stata descritta da tutti come una mamma amorevole, fin troppo premurosa. E da una consulenza farmacologica che venne fatta fare dalla difesa era risultato che nella casa della coppia condannata c'erano farmaci che potevano produrre quell'effetto. Per il Pm, pero' ci poteva essere una imputabilita' delle donna: probabilmente la madre era si' condizionata e soggiogata, ma non in condizioni di non intendere e di non volere.