Filippo De Cristofaro, evaso per la terza volta il killer del catamarano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Febbraio 2017 - 09:54 OLTRE 6 MESI FA

ANCONA – Filippo De Cristofaro è evaso per la terza volta. L’uomo, rinominato il killer del catamarano, è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio a colpi di machete di Annarita Curina nel 1988 insieme all’amante di appena 17 anni Diana Beyer. Da allora De Cristofaro ha tentato più volte la fuga per realizzare il suo sogno di raggiungere la Polinesia in catamarano e ora di lui si sono perse le tracce, di nuovo. Del killer non si hanno notizie dal 15 ottobre, da quando cioè è stato scarcerato per decorrenza dei termini di custodia in Portogallo.

Lorenzo Sconocchini sul quotidiano Il Messaggero scrive che dopo due anni di latitanza, Filippo De Cristofaro era stato trovato a Lisbona nel maggio 2016, dove è stato arrestato con l’accusa di contraffazione del passaporto e condannato. L’Italia ne chiese l’estradizione, ma prima di poter essere riportato in patria il killer doveva scontare la sua condanna in Portogallo. Invece dopo 9 mesi, di lui si sono perse le tracce:

“Il mandato di arresto europeo era stato emesso dalla procura di Milano, che insieme a quella di Ancona seguiva le tracce dell’assassino dopo la condanna per evasione dal carcere milanese di Opera avvenuta il 7 luglio del 2007, divenuta definitiva il 7 aprile 2015. Il mandato d’arresto europeo era stato spiccato dalla procura di Milano il 9 novembre del 2015 e inserito dal ministero della Giustizia nel data base dei paesi membri dell’Ue per i quali valgono gli accordi previsti dal mandato di arresto europeo in vigore dal 2005, visto che ancora non si sapeva di preciso dove si fosse nascosto De Cristofaro.

Nello stesso circuito girava un altro mandato d’arresto europeo per Pippo, quello della procura di Ancona per la condanna definitiva all’ergastolo, ma è comunque la procura milanese a dover tirare le fila della cattura del Rambo dei mari, di nuovo latitante dal 21 aprile 2014. Pippo viene arrestato a metà del maggio 2016 dalla sezione catturandi della Mobile dorica, ma il compito di riportarlo in Italia è dei magistrati milanesi. Un primo contatto con i giudici portoghesi, che poi resterà praticamente isolato, risale a pochi giorni dopo la cattura. Il 20 maggio arriva alla procura di Milano una comunicazione dalla IX sezione del Tribunale di Lisbona, che chiede chiarimenti sul reato di ergastolo. Nell’ordinamento portoghese il carcere a vita non è ammesso, neanche per i reati più gravi, e i magistrati di Lisbona ritengono che questo sia un punto da chiarire”.

Inizia così un controverso scambio di opinioni in attesa che, al rilascio di De Cristofaro, le autorità italiane possano prenderlo in consegna. Poi una mattina di febbraio la telefonata ai pm di Milano: il killer del catamarano è stato scarcerato lo scorso ottobre e di lui si sono perse le tracce. Filippo De Cristofaro è di nuovo in fuga, forse stavolta proprio verso la Polinesia.