Banche, immobili e yacht: la Finanza sequestra il bottino della sanità lombarda

Pubblicato il 16 Luglio 2012 - 10:58 OLTRE 6 MESI FA
La Fondazione Maugeri

MILANO – Banche, immobili, società, denaro, uno yacht e 1.000 bottiglie di vini pregiati per un valore di circa 300mila euro. Questi i beni sequestrati dalla Guardia di Finanza alla sanità lombarda, per un bottino che vale circa 53 milioni di euro. I sequestri hanno interessato 5 persone indagate e sono stati eseguiti nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Maugeri.

Lo yacht “America”, ex “Miamor” sequestrato, insieme a denaro e immobili, è un Ferretti che sarebbe di proprietà di Pierangelo Daccò, arrestato nell’ambito delle inchieste San Raffaele-Maugeri. A disporre i sequestri il giudice delle indagini preliminari di Milano, Vincenzo Tutinelli su richiesta della Procura della Repubblica. I sequestri sono stati eseguiti in Lombardia ed in località turisticher della Sardegna e della Liguria.

La Guardia di Finanza di Milano inoltre ha sequestrato un’auto di lusso, oltre allo yacht. I 53 milioni di euro in beni sequestrati sarebbero parte di quegli oltre 70 milioni di euro che, secondo l’accusa, sarebbero stati distratti dalle casse della Fondazione Maugeri attraverso consulenze fittizie pagate a Daccò, che avrebbe girato parte delle somme a un’altra delle cinque persone finite in carcere lo scorso aprile, l’ex assessore Dc Antonio Simone.

Lo scorso aprile, infatti, erano finiti in carcere Daccò, Simone, l’ex direttore amministrativo della Maugeri, Costantino Passerino, e altri due consulenti della Fondazione, Gianfranco Mozzali e Claudio Massimo, tutti accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, all’appropriazione indebita, alla frode fiscale e all’emissione di false fatture.  Nell’inchiesta risulterebbe indagato per concorso in corruzione e finanziamento illecito ai partiti anche Roberto Formigoni, il quale però al momento non ha ricevuto informazioni di garanzia, come lui stesso ha ribadito più volte.

Il gip Tutinelli ha spiegato, nel decreto di sequestro preventivo, che “Pierangelo Daccò era il ”tesoriere” dei quasi 70 milioni di euro di fondi neri ottenuti dalla distrazione di soldi dalla casse dalla Fondazione Maugeri. Daccò – secondo il gip – avrebbe gestito i fondi attraverso sue società e con l’ausilio di Grenci e Simone”.

Secondo il capo d’imputazione dell’associazione per delinquere, Daccò, l’ex assessore Antonio Simone, l’ex direttore amministrativo della Maugeri Costantino Passerino, l’ex presidente della fondazione, Umberto Maugeri, e i due consulenti Gianfranco Mozzali e Claudio Massimo, avrebbero agito in concorso con altri indagati: Mario Cannata, legale rappresentante della società Icb, Ridolfo Paolo Latmiral, legale rappresentante di altre società e Manfred Hirshmann, legale rappresentante della Mtb, una delle società di Daccò.

Nel decreto vengono messi ‘nero su bianco’ i ruoli di tutti gli indagati nell’associazione e viene chiarito che ”sotto la direzione di Maugeri, Passerino, Daccò e Simone” venivano prese ”decisioni” nel corso di ”frequenti riunioni” nello studio di Daccò, nelle sedi di alcune società e ”presso la sede della redazione della rivista ‘Tempi’ in Milano. Gli associati ”si accordavano allo scopo di distrarre ingenti risorse ai danni della Fondazione Maugeri ed effettivamente ponevano in essere plurime operazioni che assicuravano profitti illeciti pari a circa 69 milioni di euro”. In particolare il gip quantifica i fondi neri in ”69.284.580” euro.

Sempre il gip Tutinelli scrive nel decreto di sequestro che Antonio Simone, l’ex assessore regionale Dc nei primi anni ’90 finito in carcere lo scorso aprile nell’ambito dell’inchiesta milanese sulla Fondazione Maugeri, avrebbe riciclato circa 10 milioni di euro e 1,3 milioni di dollari.

Il gip infatti, oltre al sequestro preventivo di 53.278.000 euro a carico dei 6 arrestati lo scorso aprile, ha disposto anche il sequestro di 6.324.000 euro ”nei confronti del solo Simone Antonio” per il reato di riciclaggio. Secondo il gip l’ex assessore avrebbe trasferito parte delle somme di denaro distratte dalle casse della Maugeri ”facendo transitare tali somme su conti correnti esteri riferibili a lui personalmente ovvero a sue societa’, in forza di falsi contratti di consulenza, cosi’ da disperderne le tracce”.

Riciclaggio che Simone avrebbe messo in atto in concorso con Giancarlo Grenci, fiduciario svizzero e socio di Daccò. A Simone sono stati sequestrati due conti correnti e le quote di una società a cui risulta intestato un complesso residenziale, costituito da tre appartamenti e situato a Olbia in Sardegna. In particolare, come ricostruisce il gip nel decreto, ”le somme affluite sui conti della società Mtd venivano trasferite sul conto della società Dp Consultans, gestita dalla società fiduciaria Norconsulting, e di cui era beneficiario economico Daccò”.

Da quest’ultimo conto ”una parte delle somme veniva trasferita a Simone” attraverso una serie di operazioni, afferma il gip, tra Lugano, Madeira e Praga, tra il 2005 e il 2011. Stando al decreto del gip inoltre, Simone, sempre in concorso con Grenci, avrebbe riciclato anche altri 500mila euro nell’agosto 2007, nell’ambito di una distrazione di fondi dal San Raffaele.